Casal Bruciato, spunta un cartello contro Simone di Torre Maura
“Sfrattano i romani per dare casa ai rom! A ‘Simone de Toremaura’ questo je sta bene?!”. Firmato: Fabrizio d’aaa Tiburtina. Non si placa la guerra tra ultimi che imperversa nelle periferie romane. Da Torre Maura a Casal Bruciato continua la battaglia contro i rom.
Il cartello in questione è spuntato durante la protesta inscenata nel quartiere del quadrante est della città, dove il Comune di Roma ha assegnato un appartamento di una casa popolare a una famiglia rom. “Fabrizio” della Tiburtina con quella scritta si riferisce a Simone, il 15enne che a Torre Maura aveva sfidato gli esponenti di Casa Pound.
Quello stesso appartamento, però, è stato occupato da una ragazza romana, Noemi, di venti anni, insieme al suo bambino di sei mesi. Alcuni residenti del quartiere hanno appoggiato la causa di Noemi, chiedendo che la famiglia rom non entri più in quell’appartamento delle case popolari e che quella casa venga assegnata alla giovane ragazza.
Noemi ha spiegato a TPI che vive con la nonna e altre cinque persone in una casa con appena due stanze: “Non sapevo che fosse stata assegnata ai rom. Siccome ho un bimbo piccolo e vivo con altre sei persone in una casa con due camere ho occupato quell’appartamento”.
La protesta è andata avanti per tutta la giornata di domenica 7 aprile ed è continuato anche l’8. In strada sono scesi anche esponenti di Forza Nuova e CasaPound, che non si sono fatti sfuggire l’occasione e hanno capeggiato la protesta, fomentando gli abitanti del quartiere.
Come accaduto già la scorsa settimana a Torre Maura, anche a Casal Bruciato, dopo l’intervento dei carabinieri della stazione Roma Prenestina, la famiglia rom è stata costretta a lasciare l’appartamento popolare che aveva appena ottenuto.
A TPI Noemi ha detto ancora: “Ora sto aspettando, vorrei che mi dessero le chiavi per rientrare”. Le assegnazioni delle case popolari alle famiglie rom che sono in linea con i parametri di legge rientra nel piano di superamento dei villaggi attrezzati di La Barbuta e La Monachina, che saranno chiusi entro il 2021.