Carola Rackete non sarà processata, il gip archivia: “Aveva il dovere di portare i migranti in porto”
La gip di Agrigento Alessandra Vella ha accolto la richiesta della Procura di archiviare l’inchiesta su Carola Rackete, la comandante della nave Sea Watch 3 che il 29 giugno 2019, nelle acque di Lampedusa, entrò di forza nel porto dell’isola quasi speronando la motovedetta della guardia di finanza che vigilava per impedire l’ingresso alla nave della Ong tedesca.
Il Procuratore Luigi Patronaggio aveva chiesto di non processare la comandante tedesca e la gip, la stessa che aveva scarcerato Rackete che era finita agli arresti, ha accolto la richiesta, archiviando l’indagine.
Rackete è balzata agli onori della cronaca per aver forzato il blocco imposto dalle autorità italiane ed essere entrata nelle acque nazionali con a bordo una quarantina di migranti soccorsi in acque libiche. Nella notte tra il 28 e il 29 giugno, dopo essere attraccata senza autorizzazione nel porto di Lampedusa, speronando anche una motovedetta della Guardia di Finanza, la capitana è stata arrestata dalle Fiamme Gialle [il video dell’arresto].
Quasi due anni dopo quella notte, il gip Alessandra Vella accoglie la richiesta e manda in archivio il fascicolo rilevando l’insussistenza del primo reato e la discriminante della causa di giustificazione “per l’adempimento del dovere di soccorso in mare di profughi, come derivante anche dagli obblighi internazionali”. Immediata la reazione dell’ex ministro Salvini: “I pm dicono che Carola Rackete non va processata? Lascio giudicare loro. Dico solo che nel 2019, alla data di oggi, sbarcarono 1.200 clandestini. Adesso siamo a quasi 14mila”.
Secondo la Procura di Agrigento la comandante avrebbe agito per stato di necessità: aveva il “dovere di portare i migranti in un porto sicuro” non potendo più garantire la sicurezza a bordo delle 42 persone soccorse 17 giorni prima, che l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini non voleva far sbarcare. Dopo essere arrivata di notte davanti al porto di Lampedusa, nonostante il divieto dell’allora ministro Salvini, invocò lo stato di necessità e ribadì la richiesta di sbarco immediato. Poi, non ottenendo alcuna risposta, decise di forzare il divieto ed entrò in porto. Nella manovra speronò una motovedetta della Guardia di Finanza.
“Sono altamente soddisfatto per la richiesta di archiviazione di Carola Rackete fatta dalla Procura di Agrigento. I pm confermano con questa richiesta la tesi che abbiamo sempre sostenuto, cioè che Carola agì nell’adempimento di un dovere, quello di salvare vite umane” ha detto all’Adnkronos l’avvocato Salvatore Tesoriero, il legale della comandante della Sea Watch che due anni fa venne arrestata per resistenza o violenza contro una nave da guerra, dopo avere forzato l’ingresso al porto di Lampedusa.