Mario Vargas Llosa si schiera con Carola e chiede che le venga dato il Nobel per la Pace
Carola Rackete Nobel per la Pace | Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura, si schiera dalla parte di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3. “Ha fatto bene”, ha scritto Llosa su El Pais, citando il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, che ha detto: “Dalla prigione si esce, dal fondo del mare no”. La capitana potrebbe infatti essere condannata a 10 anni di carcere e a pagare una multa di 50mila euro.
“Quando le leggi, come quelle invocate da Matteo Salvini, sono irrazionali e inumane, è un dovere morale non rispettarle, come ha fatto Carola Rackete”, scrive ancora il premio Nobel nel suo editoriale.
Secondo Llosa, il leader leghista e il suo partito sono agli antipodi delle tradizioni dell’Occidente democratico e liberale, e rappresentano una “caricatura razzista dello stato di diritto”.
La Lega e i suoi seguaci in Europa, secondo il premio Nobel, incarnano la barbarie, proprio la stessa barbarie di cui accusano gli immigrati.
“Non sarò l’unico a chiedere a quella giovane capitana il Nobel per la pace quando arriverà il momento”, scrive ancora lo scrittore su El Pais.
Lo scrittore mette in guarda contro i pregiudizi e i falsi miti che circolano intorno all’immigrazione.
“La verità è che l’Europa ha bisogno di immigrati per mantenere i loro elevati standard di vita. Gli immigrati, che ci piaccia o no, finiranno col riempire quel vuoto”, scrive Llosa che sostiene che l’integrazione sia l’unica strada percorribile, “a condizione di sradicare i pregiudizi e le paure che, sfruttate inesorabilmente dalla demagogia populista, creano Matteo Salvini e i suoi seguaci”.