Foto modificate sui social con insulti per offendere prof e compagni: sospesi 300 studenti di una scuola media
Trecento studenti (dodici classi dalla Prima alla Terza) di una scuola media di Caraglio (Cuneo), sono stati sospesi oggi, giovedì 10 giugno, alla vigilia dell’ultima campanella prima delle vacanze estive per aver scattato foto di nascosto a professori e compagni, per poi postarle sui social modificate e accompagnate da commenti offensivi, allusioni sessuali e insulti.
La decisione è stata presa a maggioranza dal Collegio docenti dell’istituto comprensivo Riberi. In una lettera alle famiglie, la dirigente scolastica, Raffaella Curetti, spiega: “Un’intensa attività di immagini scattate durante la Dad o a scuola, di nascosto, a insegnanti e compagni, modificate a scopi denigratori e sovente accompagnate da parolacce, insulti, pesanti allusioni sessuali, fatte circolare nei gruppi dei ragazzi. Alcuni hanno ammesso le loro responsabilità, i più hanno negato. Moltissimi hanno riconosciuto di aver visto le immagini, chi sul proprio telefonino, chi su quello di compagni e amici”.
E continua: “La cosa che ci amareggia di più, è che nessuno ha ritenuto di fermare questa catena, segnalando la cosa ai genitori o agli insegnanti. Abbiamo sempre cercato di spiegare ai ragazzi i rischi dei social e della rete, mettendoli in guardia anche rispetto alle regole e alle conseguenze di eventuali iniziative condivise, come la diffusione di immagini di altri”.
Ricorda il regolamento del Parlamento europeo, che indica a 16 anni l’età minima per dare il proprio consenso digitale, cioè iscriversi a un social. La legge europea consente ai singoli Stati di abbassare la soglia anagrafica. “Ma mai sotto i 13 anni – precisa la dirigente Curetti -. L’Italia ha posto l’età per il consenso a 14 anni. Questo vuol dire che un ragazzo può iscriversi a Whatsapp, Tik Tok, Instagram solo se ha almeno 14 anni. Sotto i 14 anni deve essere registrato il consenso dei genitori. Che ne hanno anche la piena responsabilità”. E avverte: “Alcune immagini circolate e diffuse in modo molto ampio sono altamente offensive e i genitori degli alunni interessati, o i docenti, faranno le loro valutazioni se procedere anche in altre sedi“.
La dirigente scolastica lancia un richiamo alla “profonda riflessione interna” del Collegio docenti, che ha condiviso “l’amarezza per la superficialità e la mancanza di rispetto manifestata dai ragazzi, verso compagni e insegnanti. E ha concordato sul fatto che occorra dare un segnale netto, chiaro. Ai social si accede se si ha l’età (o sotto la responsabilità genitoriale), ma più che mai va fatto responsabilmente e nel rispetto totale delle regole. Cosa che purtroppo non è accaduta. Tali comportamenti non possono essere tollerati, soprattutto in una comunità improntata sulla formazione dei ragazzi”.
E annuncia: “In sede di scrutinio, i consigli di classe attiveranno altri interventi, condivisi in sede collegiale, relativamente alle valutazioni del comportamento e di educazione civica, che è materia trasversale di competenza di tutto il consiglio di classe”.