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Carabiniere ucciso a Roma: la ricostruzione dei fatti di quella notte, minuto per minuto

Immagine di copertina

Minuto per minuto, il racconto della serata culminata con l'accoltellamento del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega

Carabiniere ucciso a Roma, la ricostruzione dei fatti

Nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019, a Roma, è stato ucciso a coltellate un carabiniere: il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, 35 anni. Per l’omicidio sono stati arrestati due giovani americani: Gabriel Christian Natale Hjorth, di 18 anni, e Finnegan Lee Elder, di 19 [chi sono]. L’episodio ha suscitato grande commozione nell’opinione pubblica. Di seguito una ricostruzione completa dei fatti.

Il carabiniere era intervenuto per un furto e un successivo tentativo di estorsione da parte dei ragazzi statunitensi. I due avevano rubato il borsello a un 47enne, Sergio Brugiatelli, e poi gli avevano chiesto soldi e un grammo di cocaina per la restituzione dello zaino. L’uomo si era quindi rivolto ai carabinieri per tornare in possesso di ciò che gli era stato rubato senza cedere al ricatto.

Carabiniere ucciso a Roma: la ricostruzione

Secondo la ricostruzione ufficiale del Gip, riportata dal quotidiano La Repubblica, intorno alle ore 23.30 di giovedì 25 luglio Brugiatelli si trova in compagnia di un suo amico, Meddi, quando viene avvicinato da Christian Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder. I due ragazzi chiedono al 47enne e all’amico se ha della cocaina da vendere. Stando a quanto raccontato da Brugiatelli gli studenti avrebbero chiesto 80 euro di stupefacente. Pochi minuti dopo avrebbero prelevato denaro da uno sportello bancomat. Brugiatelli li accompagna poi da un pusher in piazza Mastai.

Alle ore 00.30 circa l’uomo in compagnia dei due ragazzi cerca lo spacciatore, di nome Italo. Non lo trova. Quindi lo chiama al telefono spiegandogli di essere alla ricerca di 80 euro di cocaina. Stando alla sua ricostruzione, il pusher avrebbe richiamato concordando un incontro poco distante all’angolo tra viale Trastevere e viale Cardinale Merry del Val. Brugiatelli ha raccontato di essersi avvicinato al pusher Italo in compagnia del ragazzo con i capelli biondi, mentre l’altro rimaneva seduto in panchina.

Alle ore 00.50 circa avviene lo scambio, ma invece della sostanza stupefacente lo spacciatore consegna ai due un involucro di tachipirina tritata.

Proprio in quel momento sopraggiunge una moto con a bordo due persone che si qualificano come carabinieri. Sono uomini della stazione di piazza Farnese, che procedono al controllo del pusher, mentre Brugiatelli e i ragazzi americani scappano.

Quando l’uomo torna in piazza Mastai, viene a sapere da Meddi che i due giovani sono scappati con il suo zaino. Quindi decide di rivolgersi ai carabinieri per denunciare il furto. E i militari gli rispondono invitandolo a sporgere denuncia in una caserma.

Sono le ore 01.19 quando, secondo la ricostruzione del gip, il carabiniere Andrea Varriale, della stazione di piazza Farnese, su ordine del maresciallo pasquale Sansone, interviene per la ricerca di una persona che si era sottratta all’identificazione dandosi alla fuga dopo aver consegnato ai militari un involucro con la tachipirina. Con lui c’è Mario Cerciello Rega.

Durante il loro intervento, sempre in piazza Mastai, Varriale e Cerciello Rega vengono avvicinati da Brugiatelli, che non vuole attendere il giorno successivo per sporgere denuncia di furto. Con il telefono dell’amico Meddi, l’uomo chiama il suo cellulare per riavere il suo borsello. Dall’altra parte del telefono rispondono i due ragazzi americani.

Alle ore 01.27 Gabriel Christian Natale Hjort e Finnegan Lee Elder vengono immortalati da una telecamera nell’hotel dove alloggiavano. Rispondendo al telefono che era custodito nello zaino, i due ragazzi e si accordano con Brugiatelli per la restituzione del borsello in cambio degli 80 euro spesi per la droga (che poi si rivelata essere tachipirina).

Alle ore 02.04, secondo la ricostruzione del gip, Brugiatelli chiama il 112 e dice di trovarsi in piazza Gioacchino Belli. A rispondere è la centrale operativa dei carabinieri, che manda sul posto una gazzella della stazione Monteverde [gli audio della prima e della seconda telefonata ai carabinieri]. Quando arrivano i miliari, viene deciso un intervento in abiti civili. Tocca a Varriale e Cerciello Rega, che con la complicità di Brugiatelli fissano l’appuntamento con i due ragazzi americani per la restituzione del borsello.

Alle ore 03.13 i carabinieri si avvicinano a Gabriel Christian Natale Hjort e Finnegan Lee Elder, mentre Brugiatelli resta fuori dalla vettura dei militari. “Fermati, siamo carabinieri”, avverte Cerciello Rega, che poi si gira verso il collega e dice: “Mi hanno accoltellato”. Finnegan Lee Elder confesserà poi di essere stato lui a ucciderlo con 11 coltellate.

Carabiniere ucciso a Roma: la dinamica

Come spiegato da Francesco Gargaro, comandante provinciale dei carabinieri, in una conferenza stampa a quattro giorni dall’omicidio, Mario Cerciello Rega aveva dimenticato l’arma nell’armadietto della caserma e aveva con sé solo le manette. Ma, è stato sottolineato dagli inquirenti, anche se avesse avuto l’arma, la dinamica dell’aggressione è stata talmente veloce che il vicebrigadiere non avrebbe avuto modo di difendersi usando la pistola.

“Il carabiniere ucciso aveva dimenticato l’arma, ma non aveva possibilità di reagire”
Carabiniere ucciso a Roma, perché quando è stato ucciso Mario Cerciello Rega era in borghese

Mentre il carabiniere veniva ucciso, il collega Andrea Varriale non ha sparato verso i due ragazzi, che sono quindi scappati via. Sarebbe stato un atto grave e sottoposto a procedimento istruttorio. Avrebbe potuto sparare in aria, ma non lo ha fatto perché si è subito precipitato a soccorrere Cerciello Rega.

I carabinieri hanno fatto sapere che nella zona c’erano quattro pattuglie, che non dovevano essere visibili per non pregiudicare l’operazione e che sono intervenute pochi minuti dopo l’allarme.

Il coltello con cui è stato ferito a morte Cerciello Rega ha una lama di 18 centrimetri ed è di tipo “Trenknige” Kama Camillus a modello marines. Gabriel Christian Natale Hjort ha affermato di averlo portato con sé dagli Usa. Le indagini stanno cercando di appurare anche questo aspetto. Il ragazzo ha detto di aver portato il coltello con sé perché aveva paura di come si potesse evolvere la situazione. Non gli è stato chiesto perché avesse portato un coltello con sé dall’America in Italia.

Carabiniere ucciso a Roma, il comandante: “L’arma è stata portata dagli Usa da Elder”

In un primo momento, a poche ore dall’omicidio, era circolata la voce del coinvolgimento di uomini nordafricani. Questo ha una spiegazione precisa. Tutto è nato da una bugia di Sergio Brugiatelli, che avrebbe mentito forse per depistare le indagini e non essere coinvolto. Quando i carabinieri sono giunti sul luogo dell’uccisione il 47enne avrebbe detto che a fuggire erano due ragazzi tra i 20 e il 25 anni di carnagione scura, probabilmente del Nord Africa. La sera, in caserma, Brugiatelli ha cambiato ancora versione parlando di due ragazzi, di cui uno con i capelli biondi e dall’accento americano.

Nessuno dei due ragazzi è stato sottoposto ad alcol test o a un test per verificare che avessero o meno assunto stupefacenti.

Entrambi i ragazzi non erano consapevoli della gravità della situazione. Tanto che a un certo punto, l’assassino ha chiesto, durante l’interrogatorio: “Ma è morto morto?”. Alla conferma ha versato qualche lacrima. Anche l’altro ragazzo ha avuto un momento di commozione. I carabinieri hanno specificato che si è trattato di pochi istanti.

Per la vicenda del ragazzo ammanettato e bendato in caserma, scena immortalata da una foto scattata e diffusa da uno dei militari, è partita un’indagine interna dei Carabinieri. L’avvocato del ragazzo era comunque presente durante l’interrogatorio e non ha protestato per quanto sarebbe avvenuto prima, il bendaggio. La Procura sottolinea che gli indiziati sono stati individuati e interrogati dai magistrati nel rispetto della legge.

Gabriel Christian Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder sono in carcere per tentata estorsione e omicidio. Sono entrambi accusati di omicidio perché la presenza di Hjorth e soprattutto la sua contrapposizione al collega di Mario Cerciello Rega viene ritenuta determinante: avrebbe bloccato l’intervento in soccorso del militare colpito.

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