Carabiniere ucciso, comandante Nistri: “Le polemiche non siano la dodicesima coltellata”
Il Generale commenta la morte del militare dall'altare di Somma Vesuviana
Carabiniere ucciso, il discorso del comandante Nistri
“Le polemiche non siano la dodicesima coltellata”. Questo l’intervento del comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, collega di Mario Cerciello Rega, nel giorno del funerale del carabiniere ucciso a Roma con 11 coltellate nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019. Una frase che fa riferimento alle 11 coltellate (non 8 come era stato detto inizialmente) inflitte al giovane carabiniere e anche alle frasi polemiche pronunciate da diversi politici in questi giorni.
Carabiniere ucciso discorso comandante, la carriera di Mario
A Somma Vesuviana, davanti a una chiesa gremita per l’ultimo saluto al vicebrigadiere, Nistri ha parlato della carriera militare di Mario Cerciello: “Mario era amato da tutti. A 24 anni ha fatto una scelta, quando molti fanno la scelta di vivere alla giornata. Lui ha scelto di indossare la divisa e fare la scuola allievi. Nel frattempo gli è venuta a mancare all’improvviso il papà Antonio”.
“Nel 2017 fa un altro passaggio – aggiunge Nistri – diventa vicebrigadiere, ma non è il grado che fa la grandezza della persona”.
“Da volontario si spendeva quanto si spendeva da carabiniere: facendo il volontario. dava da mangiare ai poveri, accompagnava i malati a Lourdes. Era un esempio per tutti noi”, continua Nistri e poi cita una poesia di Pascoli.
Nistri lancia poi un appello: “Ho delle richieste da fare: rispetto e riconoscenza. Perché il cuore d’oro di Mario, infranto da 11 coltellate, non si merita la 12esima coltellata. Sono giusti i commenti e i dibattiti, ma non oggi. Facciamo che i toni siano rispettosi per l’uomo che era, per il carabiniere che era”.
“Rega è morto per tutelare il diritto di tutti. Vorrei che il rispetto sia per tutta l’Arma, che serve lo Stato quotidianamente. Ricordiamo i 953 carabinieri feriti negli ultimi anni. Pensiamo che mario era libero dal servizio, con abiti civili”, conclude il comandante dei carabinieri.
Carabiniere ucciso, l’ultima ricostruzione
Intanto, l’autopsia del vicebrigadiere rivela la presenza di undici coltellate, e non otto come si era detto in un primo momento, sferrate da Elder mentre abbranca da dietro Cerciello.
L’azione che ha portato all’omicidio sembra essere più da marine che non da studente di 19 anni con un fisico nella norma. Elder sostiene di aver agito per paura, credendo che il carabiniere fosse anche lui un pusher. Anche se gli altri carabinieri presenti sul luogo del delitto dicono: “Ci siamo identificati come carabinieri secondo la procedura”.
Elder Lee impugna un coltello “a baionetta” che il pm Calabretta e l’aggiunto D’Elia descrivono nel decreto di fermo “per tipo certamente idoneo a cagionare grave offesa”. Secondo i carabinieri del Comando provinciale che indagano sulla vicenda Lee avrebbe portato quel coltello dagli Usa, in valigia.
Per quanto riguarda le denunce, rischia anche Sergio Brugiatelli, che ha portato i due studenti dal pusher e che, dopo il furto del borsello con il suo contenuto, ha chiamato il 112. Il 47enne sostiene di aver messo lui in giro la voce degli aggressori maghrebini“per paura di quelli a cui avevo rifilato il pacco”. L’Arma ha diffuso ieri l’audio della telefonata al 112 (manca però il coinvolgimento di Cerciello e Varriale).