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Carabiniere ucciso a Roma, il collega: “Ho provato a salvarlo”

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Carabiniere ucciso a Roma, il collega: “Ho provato a salvarlo”

Il collega di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma la notte scorsa (tra il 25 e il 26 luglio) con 8 coltellate, racconta come ha provato a salvare il vice brigadiere 35enne di Somma Vesuviana.  “Quando ho sentito Mario urlare ho lasciato quell’uomo e ho provato a salvarlo, perdeva molto sangue”, ha detto il militare dell’Arma, come riportato dall’Ansa.

Il militare dopo essersi reso conto che il collega Cerciello Rega era grave ha dato l’allarme alle altre pattuglie che si trovavano a distanza nella zona, in cui era stato organizzato un servizio per fermare due ladri che qualche ora prima avevano derubato un uomo a Trastevere e chiesto un riscatto di cento euro per riconsegnare il bottino (il cosiddetto “cavallo di ritorno“).

Carabiniere ucciso a Roma, cosa è successo

L’operazione sfociata nella violenta aggressione ai danni di due carabinieri costata la vita al vice brigadiere Mario Cerciello Rega è nata per il furto di un borsello.

Secondo quanto si è appreso, nelle ore precedenti all’aggressione mortale al carabinieri un uomo era stato derubato a Trastevere del borsello con dentro il portafogli e il cellulare. La vittima si è rivolta ai carabinieri per denunciare il furto e quando ha ricevuto la telefonata dei ladri con la richiesta di riscatto per riavere il bottino, su suggerimento dei militari, ha fissato l’appuntamento.

Così è scattata l’operazione dei militari dell’Arma: all’appuntamento nel quartiere Prati è stata inviata una pattuglia di militari in borghese, il vice brigadiere Cerciello Rega e un collega, della stazione dei carabinieri di piazza Farnese. Con loro, ma a distanza, c’erano altre pattuglie dei carabinieri pronte a intervenire e anche la vittima del furto, tenuta in una situazione protetta.

Quando il vice brigadiere e il collega si sono accorti che i due ladri erano arrivati all’appuntamento li hanno avvicinati e si sono qualificati chiedendo i documenti. La reazione è stata violenta: i militari sono stati aggrediti e uno dei due ladri si è avventato su Cerciello Rega con un coltello. Il collega, impegnato in una colluttazione con l’altro malvivente, ha tentato di difenderlo quando lo ha sentito urlare. Ma inutilmente. Cerciello Rega era già stato più volte accoltellato. Poi ha dato l’allarme.

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In Rete sono migliaia i messaggi per il carabiniere ucciso, ma sono spuntati anche su cartelli affissi da cittadini davanti alla stazione dei carabinieri di Piazza Farnese, al centro di Roma, dove il 35enne prestava servizio. “Eroe della patria, giustizia per Mario”, “I cittadini hanno fiducia nei carabinieri”, “Un uomo di Stato non può morire così. Meno politica, meno chiacchiere e più Carabinieri”, si legge.

> Carabiniere ucciso a Roma, la disperazione della moglie: “Me lo hanno ammazzato”

Carabiniere ucciso a Roma, ascoltate almeno quattro persone

Sono almeno quattro le persone che per ricostruire l’accaduto vengono ascoltate in queste ore nella caserma dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma. Continuano poi i controlli a tappeto per risalire ai due nordafricani al momento ricercati. Non è escluso che possano essere ascoltate anche altre persone.

> Carabiniere ucciso a Roma, Roberto Saviano: “La morte non sia strumento politico contro i migranti”

Tra le persone ascoltate in queste ore dai militari dell’Arma in caserma ci sono anche due uomini che alloggiavano in un albergo poco distante dal luogo in cui il vice brigadiere Cerciello Rega è stato aggredito. I due sono stati raggiunti dai carabinieri in tarda mattinata. Ed è stato portato via anche uno zainetto nero.

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