“Il carabiniere è stato ucciso da maghrebini, bestie”: Meloni non si scusa per la gaffe. Anzi, rilancia
La leader di Fratelli d'Italia e la becera manipolazione sulla pelle del povero vicebrigadiere Mario Cerciello Rega
Sulla vicenda della becera manipolazione che si è giocata sulla pelle del povero carabiniere Mario Cerciello Rega ancora una volta vince sulla distanza la leader di Fratelli d’Italia (Fdi), Giorgia Meloni. Andiamo per ordine: sono passate poche ore dal barbaro omicidio a Roma quando la Meloni impugna feroce il telefono e twitta sbavando accusando dell’omicidio “2 animali, probabilmente magrebini” e parlando ovviamente dell’Italia come “approdo di queste bestie”.
La presidente di Fdi deve avere pensato che non ci fosse nulla di più ghiotto di un così clamoroso caso di cronaca che coinvolgesse in un colpo solo sia i carabinieri, sia Roma, sia il Vaticano (perché non ha indugiato a precisare che l’omicidio si sia svolto “a pochi passi dal Vaticano”) e sia gli immigrati irregolari che così tanto infiammano il suo elettorato.
Per carità, può accadere di sbagliare, ma il tempismo feroce con cui lei (e molti altri) si sono avventati sul caso di cronaca lascia intuire una notevole incapacità di soppesare le parole e di aspettare i giusti tempi, prima di esprimere un giudizio. Tant’è.
Passano alcune ore e si viene a sapere che gli autori dell’omicidio sono probabilmente due ragazzi statunitensi e la Meloni corre a correggere la sua dichiarazione e modificare la gogna alla luce degli eventi. Ciò che stupisce dei fomentatori di odio, però, è come questi si stupiscano, quasi da bambini innocenti, quando si accorgono dell’incendio che hanno appiccato e quando, in casi come questo, poi alla fine gli si ritorce contro.
Così, com’era prevedibile, sono stati in molti a fare notare in modo più o meno civile che l’uscita così improvvida aveva fatto guadagnare alla segretari di Fratelli d’Italia una pessima figura. E come ha reagito lei? Magnificamente. Prende il suo profilo Facebook e scrive: “Negli ultimi due giorni i santoni del buonismo italiano e internazionale si sono scatenati contro di me con ogni genere possibile di insulto e improperio. Secondo questi statisti, sublimi giornalisti e arguti osservatori politici della sinistra al caviale (e porchetta), sarei colpevole di aver sfruttato il barbaro omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega come pretesto per attaccare i migranti, salvo poi risentirmi perché l’assassino è americano e non magrebino. A questi miserabili dico che non prendo lezioni di correttezza da gente come loro, che vive solo di menzogne e mistificazioni. Per me un assassino è un assassino, uno stupratore è uno stupratore, un ladro è un ladro, qualunque sia la sua nazionalità e qualunque sia il suo colore della pelle o la sua fede politica. Da sempre”.
E ancora: “La mia storia parla per me, e non ho mai fatto sconti ad alcuno per simpatia o calcolo politico, né ho mai attaccato ingiustamente altri per pregiudizio. Ciò che i servi del politicamente corretto non mi perdonano è di non unirmi alla loro schifosa omertà nei confronti dei ‘compagni che sbagliano’, che oggi sono anche ‘migranti che sbagliano’, ‘assistenti sociali che sbagliano’, ‘Ong che sbagliano’. Sono quelli che nascondono gli stupri se sono commessi da immigrati, i furti se commessi da cooperative rosse, l’illegalità se commessa dai centri sociali, le molte Bibbiano d’Italia se possono offuscare la narrazione arcobaleno o il sistema associativo di sinistra. Questi esperti di differenziata, che valutano con la lente della loro ideologia dove mettere le notizie prima di diffonderle, se in prima pagina o nel cestino, sono quelli che oggi vorrebbero accusarmi di faziosità. Mettetevi l’anima in pace, novelli inquisitori, che non mi faccio intimidire da gente come voi e continuerò a denunciare ogni nefandezza nascosta dalla vostra cinica omertà. A testa alta, fiera della mia onestà, anche intellettuale”.
Scuse? Nessuna. Anzi, da vera fuoriclasse riesce ad accusare gli altri di avere tenuto il suo stesso comportamento. Secondo il famoso detto “fate quello che dico ma non fate quello che faccio”. E così anche oggi ha guadagnato la sua figura barbina.