Carabinieri Piacenza, nelle intercettazioni gli audio delle torture e dei pestaggi agli arrestati: “Questo l’abbiamo quasi ucciso”
Carabinieri Piacenza, i pestaggi e le torture in un audio: “Questo l’abbiamo quasi ucciso”
Pestaggi, torture, spaccio di sostanze stupefacenti: dalle intercettazioni disposte dalla procura di Piacenza emerge “uno scenario estremamente preoccupante” così come scrive il gip nell’ordinanza che ha portato agli arresti 6 carabinieri della caserma di via Caccialupo. A tradire gli appartenenti all’arma un errore, frutto di chi si crede al di sopra della legge. Tutto avviene quando un confidente marocchino viene picchiato in caserma davanti a due pusher. Quando questi viene chiamato dagli investigatori, lui vuota il sacco e racconta tutto. Emerge così, che Giuseppe Montella, uno dei carabinieri arrestati, è inserito in “una realtà collaudata nel commercio degli stupefacenti” con la complicità o il “disinteresse e superficialità” dei suoi colleghi. Ma soprattutto emergono i metodi criminali degli agenti.
È il 27 marzo quando i carabinieri arrestano uno spacciatore nigeriano. Il trojan cattura l’immagine del sospettato ammanettato a terra con accanto una pozza di sangue. “Quando ho visto la chiazza di sangue ho detto ‘mo l’abbiamo ucciso” dice uno dei carabinieri. “Non ti preoccupare – risponde Montella – i denti non li teneva”. In un’altra occasione una microspia registra il pestaggio di un egiziano che urla: “Non ho niente, giuro”. L’uomo viene colpito più volte, come si sente dai colpi registrati dalla microspia, mentre uno dei carabinieri afferma: “Stai vedendo quanto tempo ci fai perdere?”. E ancora pugni e urla da parte dello straniero che invoca pietà. E singulti, forse provocati da una pratica simile al waterboarding. Motivo per cui nell’ordinanza di custodia cautelare il gip fa riferimento anche al reato di tortura.
C’è un episodio, poi, che dimostra la vicinanza tra Montella e il suo socio in affari, Daniele Giardino, pregiudicato invischiato nel traffico di droga. Montella accompagna Giardino in un concessionario di Treviso. Picchi e minaccia i dipendenti e permette al suo socio di acquistare una Audi A4 nuova a 10mila euro, il prezzo di un’utilitaria. “Hai presente Gomorra? Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato” si sente nelle intercettazioni in cui si sottolinea anche che uno dei dipendenti della concessionaria “uno si è pisciato addosso” per la paura. A insospettire gli inquirenti anche le undici auto che l’appuntato Montella ha cambiato dal 1999 a oggi, tra cui quattro BMW, una Porsche Cayenne, due Mercedes e un’Audi, e le sedici moto possedute dal 2002 a oggi, di cui fanno parte anche 5 Yamaha, 2 Kawasaki, una BMW e la Ducati Hypermotard.
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