Tre caporali arresati a Mantova: costringevano i lavoratori a bere l’acqua dei fossi
Caporali arrestati a Mantova| La vicenda
Caporali arrestati a Mantova – Tre caporali sono stati arrestati a Castelgoffredo, nel mantovano, per sfruttamento della manodopera agricola. I dipendenti dei tre uomini lavoravano per 14 ore al giorno, con un compenso di appena cinque euro l’ora. Bevevano l’acqua dei fossi perché nessuno gli forniva delle bottigliette d’acqua e dovevano pagare cento euro d’affitto per dormire su delle scatole di cartone. Abitavano in dodici in tre stanze.
Il totale dell’incasso dei “caporali” per l’affitto mensile è di oltre i 1200 euro. Sedici in tutto i lavoratori, che in queste condizioni raccoglievano ortaggi per tutto il giorno nelle campagne della provincia di Mantova.
Più che di lavoro si dovrebbe parlare di schiavitù. I tre caporali di origine bengalese hanno tra i 38 e i 47 anni, sono stati tutti condannati a pene dai 18 ai 22 mesi di reclusione con una multa di oltre 20mila euro. Cinque dei sedici lavoratori alle loro dipendenze erano irregolari ed avevano già subito il provvedimento di espulsione. Per loro l’unico modo di poter sopravvivere in Italia era il lavoro “a nero”.
I tre bengalesi reclutavano ad arte persone ricattabili per essere certi che non si ribellassero e imponevano loro condizioni di lavoro disumane. Un’ora di pausa pranzo in una stalla abbandonata situata nei pressi dei campi di lavoro e condizioni igieniche terribili. Ma da lontano i carabinieri, il Nucleo ispettorato del lavoro (Nil) e la polizia locale del comune di Castelgoffredo monitoravano la situazione giorno dopo giorno, pronti al blitz non appena fosse stato possibile cogliere con le mani nel sacco i tre sospettati.
Caporali arrestati a Mantova| I dati dell’Ispettorato del lavoro e la normativa sul caporalato
Gli ultimi dati sul caporalato forniti dall’Ispettorato nazionale del lavoro sono sconfortanti. Su 7,1mila ispezioni effettaute , circa il 54,79 per cento delle strutture esaminate risulta irregolare. Dei 5.114 lavoratori irregolari registrati, circa il 65,5 per cento sono assunti in nero (ben 3.339 casi). Tra questi 263 sono privi del permesso di soggiorno.
Caporali arrestati Mantova | La normativa e le radici del problema
La legge per regolamentare questo tipo di violazioni esiste già. È definita “caporalato” l’attività di intermediazione illegale tra lavoratore e datore di lavoro. La legge 199 del 2016 rende possibile condannare non solo il caporale ma anche il datore di lavoro che impiega il personale offerto dagli “sfruttatori”.
Ma per andare alla radice del problema bisogna sradicare il sistema che lo sostiene. Come ha fatto a più riprese notare il sociologo Enrico Pugliese dell’Università la Sapienza di Roma, il caporalato non può essere arginato senza una regolamentazione del lavoro e senza un’organizzazione dei trasporti da parte dello Stato.
Dove non esistono enti regolamentati che organizzano il lavoro, strutture irregolari come quelle dei caporali trovano terreno facile. La legge e i provvedimenti punitivi non bastano.