Burioni: “I vaccinati non contagiano come i no vax”
Non è vero che i vaccinati si infettano e trasmettono quanto i vaccinati, “è una bugia che viene raccontata continuamente”. A dirlo è il professor Roberto Burioni, virologo del San Raffaele, a Che tempo che fa. “È come dire che chi guida ubriaco fa gli stessi incidenti di chi guida sobrio. È vero che un vaccinato può infettarsi e può trasmettere il virus, ma nel complesso i vaccinati si infettano meno e infettano meno gli altri. Il vaccino, quindi, ostacola la trasmissione” aggiunge, specificando che con la variante Delta la situazione è questa. Quella Omicron, invece, non è ancora conosciuta. È necessario, però, essere in pari con la vaccinazione e “bisogna fare la terza dose quando si deve fare”, sottolinea il virologo.
Poi Burioni, nel corso della sua “lezione” a Che tempo che Fa, parla dei bambini e dei vaccini partendo dal paragone con il morbillo. Il 92% dei genitori fa immunizzare i propri figli contro questa malattia. Questo vaccino può avere un effetto collaterale: 1 ogni 30mila ha una diminuzione delle piastrine. Ma il dato che spaventa è un altro: in 1 caso su 1000 il morbillo provoca la morte. “Perciò il rapporto rischi benefici è estremamente favorevole” spiega il virologo. Con il Covid è necessario fare lo stesso ragionamento. I bambini dai cinque agli undici anni non è vero che non si infettano e non è vero che non contagiano. Anzi, Burioni sottolinea che in questo momento l’incidenza massima del virus è nei bambini da zero a nove anni. Il covid 19, così, è un’infezione pediatrica. Inoltre, nonostante i più piccoli abbiano conseguenze più lievi rispetto alle persone anziane, durante la pandemia 1500 sono stati ricoverati, 37 dei quali in terapia intensiva e nove sono morti. “Pochi paragonati alle 130mila vittime della pandemia, ma nove bambini morti sono qualcosa che turba” dice Burioni e poi aggiunge: “Sappiamo ora con ragionevole certezza che il problema del covid nei bambini è una malattia infiammatoria multisistemica che insorge in un caso su 3000 un mese dopo la guarigione, con l’infiammazione di diversi organi, tra cui il cuore”.
Per quanto riguarda i rischi, negli Stati Uniti sono stati vaccinati circa 5 milioni tra i più piccoli e non è stato riscontrato alcun problema in termini di sicurezza, come ha detto la direttrice dei Centers for Disease Control, “l’istituto più autorevole nel controllo delle malattie infettive”. Burioni, quindi, sottolinea che “da un lato abbiamo una malattia che comporta dei rischi e dall’altro un vaccino efficace al 91%”. E conclude dicendo che lui da genitore ha fatto una scelta: “Ho una figlia di dieci anni, le voglio molto bene e per questo l’ho già vaccinata”.