Brescia, la Regione Lombardia chiede un centro Covid dentro l’ospedale. I medici protestano e scrivono al ministro
La lettera dell'Unione medici italiani a Speranza: "Così non ci sarà alcuna separazione tra malati di Coronavirus e pazienti ordinari non contagiati"
Brescia, la Regione: “Centro Covid nell’ospedale Civile”. Protesta dei medici
Una nuova polemica travolge la Regione Lombardia e l’assessore al Welfare regionale, Giulio Gallera, nella gestione dell’emergenza Coronavirus: stavolta il centro di tutto è la città di Brescia e ancora di più l’ospedale Civile, struttura che dall’inizio della pandemia ha ospitato circa un terzo dei pazienti positivi al Covid di tutta la provincia. La Regione, in questi giorni, ha fatto sapere di voler creare – all’interno della struttura – un intero reparto dedicato al Covid con 180 posti letto. Ma nonostante le garanzie di sicurezza fornite dai vertici riguardo all’inevitabile vicinanza tra pazienti positivi al Coronavirus e tutti gli altri ricoverati, i medici dell’ospedale sono sul piede di guerra. E hanno scritto una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza.
Secondo quanto riportato da Bresciaoggi, il centro Covid-19 all’interno degli Spedali Civili dovrebbe sorgere alla scala 4 della struttura. Tuttavia medici, infermieri e Oss dell’ospedale hanno subito manifestato la loro preoccupazione ai primari e all’amministrazione. Soprattutto perché a poche centinaia di metri di distanza sta già sorgendo un ospedale da campo, sul modello di Emergency, basato su un progetto di Comune e università di Brescia con 120 posti letto. Il centro in questione sorgerebbe infatti all’interno della facoltà di Ingegneria.
“L’ASST Spedali civili, con il parere contrario dei medici e delle OO.SS., ha deciso di destinare una parte della struttura ospedaliera al ricovero esclusivo e permanente dei malati Covid-19 – si legge nella lettera al ministro Speranza, firmata dal dottor Francesco Falsetti (presidente dell’Unione medici italiani) e riportata da Il Fatto Quotidiano – e ciò su indicazione dell’assessore al Welfare Giulio Gallera, di regione Lombardia. Questa decisione è stata assunta in alternativa alla proposta di una struttura esterna all’ospedale, che avrebbe garantito una totale separazione tra malati Covid e ordinari non contagiati”.
“Si ritiene – hanno aggiunto i medici – che la Regione Lombardia stia continuando nel progetto di un servizio sanitario regionale in eccesso di autonomia anche rispetto alla più larga previsione del Titolo V della Costituzione. Tale eccesso autonomistico si è bene osservato nell’attuale emergenza Covid-19 con effetti disastrosi (record di decessi) anche in conseguenza di scelte realizzate nel recente passato, tra cui la mancanza di medici di medicina generale per assistere i cittadini ricoverati nelle Rsa (unica Regione in Italia)”. La palla, adesso, passa a Speranza, nella speranza di sbrogliare l’ennesima polemica che riguarda la gestione del Coronavirus in Lombardia.
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