Brescia, l’Ordine dei Medici: “Siamo stremati. Chiusure indispensabili, siamo già in ritardo”
“L’impegno dei medici e degli uomini e delle donne della sanità sta diventando di nuovo estremamente importante. Medici, infermieri e tutti gli operatori della salute sono stremati. Abbiamo passato un anno andando oltre la fatica”. Lo ha detto Ottavio Di Stefano, presidente Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Brescia, a 24Mattino su Radio24. “Non c’è terrore”, ha aggiunto, “perché continuiamo ad avere quello dello spirito per cui ognuno di noi ha scelto di fare il medico, l’infermiere, il tecnico di laboratorio. Siamo stanchi e le misure restrittive secondo noi erano indispensabili, stavamo andando fuori tempo o forse non so se ci siamo già andati. Dobbiamo mantenere alta la guardia nei focolai nelle zone dove si manifesta la presenza soprattutto con infezioni della variante inglese, bisogna intervenire chirurgicamente chiudendo facendo i tamponi e vaccinando”.
“Dalle 18 di ieri, martedì 23 febbraio, tutta la provincia di Brescia è entrata in zona arancione, con restrizioni più severe. E per questo la fascia è stata ribattezzata “arancione rafforzato”. Considerata l’ultima accelerazione – ha annunciato la vicepresidente Moratti parlando in Consiglio regionale – nella provincia di Brescia, con l’aggravante delle varianti che nell’area sono presenti al 39% del totale dei casi, abbiamo concordato con Ministero della Salute una strategia di mitigazione e contenimento del contagio”.
È inoltre prevista una rimodulazione del piano di vaccinazioni: saranno prioritariamente vaccinati gli abitanti dei 103 comuni con una incidenza del contagio superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti registrati tra il 15 e il 21 febbraio.
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