Bologna, l’ex medico della Virtus “uccise la moglie per stare con l’amante”. Indagato anche per la morte della suocera
I sospetti della sorella della vittima sull’oculista arrestato sabato scorso. Nel corpo della suocera trovate le stesse sostanze
L’ex medico della Virtus “uccise la moglie per stare con l’amante”. Indagato anche per la morte della suocera
Benzodiazepine e anestetici. Un mix letale che, secondo gli inquirenti, Giampaolo Amato potrebbe aver usato in altre occasioni prima della morte della moglie, la ginecologa Isabella Linsalata. Da tempo l’oculista, arrestato sabato scorso per l’omicidio della donna, era al centro dei sospetti di amici e parenti della vittima. Al punto che dopo la morte della donna, il 31 ottobre 2021, furono i figli e la sorella a chiedere l’autopsia, insospettiti perché anche la nonna era morta nel sonno venti giorni prima.
Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, da un po’ Amato aveva lasciato la casa in cui abitava con la moglie trasferendosi in uno studio al piano inferiore, dopo che era emersa una sua relazione con una donna più giovane. La storia, iniziata nel 2018, aveva creato problemi nei rapporti con la moglie e con i figli, tanto che Linsalata aveva dovuto inviare una diffida alla donna, che le inviava mail con le chat tra lei e il medico.
Prima della morte c’era stato però un riavvicinamento tra i due coniugi. Secondo il gip, il movente dell’omicidio sarebbe da attribuire alla sua “incapacità di prendere una decisione definitiva” in quanto “intrappolato in un vicolo cieco”. “Ha agito perché ossessionato dall’impossibilità di vivere liberamente la propria storia d’amore con la giovane amante, ostacolato com’era dal suo matrimonio con la non più giovane moglie”, ha affermato il gip, che ha confermato la custodia cautelare in carcere. Secondo il magistrato, l’uomo ha “ideato e maturato con freddezza il delitto”.
L’accusa ritiene che l’ex medico della Virtus abbia fatto inalare a Linsalata del sevoflurano, un anestetico ad uso ospedaliero, dopo averle somministrato a sua insaputa benzodiazepine.
Già nel 2019 la donna aveva riferito di episodi che l’avevano lasciata stordita. Sia lei che le amiche e la sorella avevano temuto che l’uomo le stesse somministrando qualcosa nelle tisane che le preparava dopo cena e che secondo la ginecologa avevano un sapore troppo amaro. Una sera di maggio 2019 la sorella l’aveva trovata spaesata, al punto da non riuscire a lavarsi e vestirsi. Aveva portato via la bottiglia di vino che la coppia aveva bevuto a cena ma che Amato aveva scelto di lavare prima di gettare nei rifiuti. Dopo l’apertura dell’indagine ha consegnato ai carabinieri la bottiglia, poi risultata positiva alle benzodiazepine, trovate anche nel sangue della vittima.
L’uomo è attualmente indagato anche per la morte della suocera, morta tre settimane prima della figlia. Anche lei è risultata positiva alle benzodiazepine e al sevoflurano, ma in questo caso gli inquirenti stanno accertando se i farmaci non fossero stati assunti dietro prescrizione e se abbiano effettivamente causato la morte dell’anziana. Amato, accusato di omicidio aggravato, peculato e detenzione illecita di farmaci psicotropi, si è sempre dichiarato innocente. Ieri di fronte al giudice per le indagini preliminari si è avvalso della facoltà di non rispondere.