Il bar di Bologna che aggira il Dpcm: “Chiudiamo a mezzanotte e riapriamo all’una”
Il bar di Bologna che chiude a mezzanotte e riapre all’una
In tempi di ordinanze anti-Covid e chiusure anticipate, un bar di Bologna ha deciso di interpretare i divieti alla lettera per mandare avanti la propria attività notturna. “Causa Dpcm del 13-10-2020 chiuderemo alle 24 e riapriremo all’1”, si legge su alcuni cartelli all’entrata del locale e, come riporta il Corriere di Bologna, non si tratta di una provocazione. “Si può, non facciamo niente di vietato”, ha dichiarato Carlotta, socia del Bar Mavit – che si trova di fronte alla stazione centrale – al quotidiano locale. In effetti, il decreto della Presidenza del Consiglio firmato lunedì 12 ottobre prevede che “le attività di servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite fino alle 24 con consumo al tavolo e sino alle 21 in assenza di consumo al tavolo”, mentre “resta sempre consentita” la ristorazione a domicilio e “con asporto”, col divieto però “di consumazione sul posto o nelle adiacenze” dopo le nove di sera.
Non vi sono riferimenti agli orari di apertura, come invece avviene in Campania, dove il governatore Vincenzo De Luca ha specificato nell’ordinanza restrittiva che la riapertura dei locali non può avvenire prima delle 5 di mattina. Ma a Bologna fa fede il Dpcm, salvo che la Regione non imponga ulteriori restrizioni. Così Carlotta, che ha una licenza per tenere aperto 24 ore su 24 e che da 37 anni garantisce a chi è di passaggio di rifocillarsi prima o dopo un viaggio in treno, ha deciso lasciare il bar aperto anche di notte, offrendo solo il servizio di asporto. “La cosa a cui tengo più di tutte è che non si parli di furbate, truffe o irregolarità. Il decreto è chiaro e noi lo stiamo applicando, senza infrangere nulla”, ha affermato. “Se possiamo lavorare solo con l’asporto dopo la mezzanotte, perché non dovremmo farlo? Abbiamo un avvocato e un commercialista ed entrambi ci hanno confermato che non rischiamo sanzioni”, ha spiegato ancora la socia del bar al Corriere di Bologna.
“Quell’ora di chiusura è una nostra scelta: potremmo anche restare sempre aperti e cominciare direttamente alle 24 solo col take away, ma abbiamo preferito riaprire all’una in modo da fare le pulizie, togliere i tavoli esterni e mandare via chi si vuole intrattenere oltre l’orario consentito. Potrebbero fare lo stesso anche altri, ma in centro nessuno ha i nostri orari. L’ordinanza del Comune è rivolta prevalentemente alla movida, ma noi qui abbiamo esigenze e clientele diverse. Qui non si fanno serate o aperitivi, ma viene gente che di notte lavora o viaggia. Quindi, visto che possiamo, abbiamo deciso almeno di sondare la situazione, anche se finora non sta andando benissimo”, ha aggiunto.
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