“Bollette sospese per le famiglie in difficoltà. La camorra non si ferma”: l’appello delle associazioni anticlan
La pandemia di Coronavirus sta avendo un impatto sanitario senza precedenti, ma sta anche moltiplicando i livelli di povertà. Soprattutto nelle grandi città, a sfruttare questa situazione delicata sono i clan e le cosche criminali.
Lo spiega bene il sociologo e giornalista Marco Omizzolo, “La crisi pandemica in corso sta portando con sé una grave crisi occupazionale, economica e sociale che rischia, tra le altre cose, di aiutare il radicamento, l’ampliamento e la diffusione delle mafie e dei loro interessi criminali. Le mafie, infatti, soprattutto grazie all’attività di liberi professionisti al loro servizio, possono cogliere questa crisi come occasione per radicarsi nel settore agricolo, della logistica, della grande distribuzione, della finanza o in altri settori strategici per l’Italia”.
Famiglie in difficoltà economiche ma anche piccole medie imprese ridotte sul lastrico sono i principali bersagli delle reti mafiose. L’allarme è stato lanciato anche da molti magistrati autorevoli, preoccupati di come “l’economia legale rischi di essere infettata ancora di più dalle mafie”.
TPI raccoglie e pubblica la proposta al governo dei circa venti gruppi che hanno attivato il “carrello sospeso” in Campania.
“Siamo Maria, Davide, Vincenzo e Giuseppe.
Quattro ragazzi del sud, quattro ragazzi napoletani, in rappresentanza di un gruppo di centinaia di associazioni anticamorra. Che oggi, vogliono chiedere al governo di aiutarli. Perché noi abbiamo sottratto i territori alla Camorra, ma la fame e la crisi di questo periodo, glieli sta restituendo. Il nostro lavoro è vanificato, nonostante gli sforzi. Muovetevi. É il nostro grido di aiuto.
Chiediamo al governo di fare prima della camorra. Per una volta, chiediamo di prendere esempio da Napoli e fare la “bolletta sospesa”. Noi ci siamo. Continueremo a consegnare spese e a fare doposcuola gratuito online, ma le famiglie hanno bisogno di liquidità e noi purtroppo non possiamo aiutarle. Ma la camorra si e il governo deve arrivare prima.
È il 7 Aprile 2020, le serrande sono abbassate da un mese, i depositi sono un accumulo di merci invendute, i dipendenti sono in attesa della cassa integrazione. E la camorra? La camorra non si ferma mai.
Le famiglie dividono gli ultimi soldi in briciole settimanali per comprare il pane, i bambini ascoltano lezioni su pc che non posseggono, l’affitto è diventato insostenibile. E la camorra? La camorra è lì, dà risposte senza farti troppe domande.
Ok, ma il Governo? Mentre capisce come muoversi, la camorra ha già agito. C’è voluto un mese di quarantena per portare i primi buoni spesa nei nostri Comuni, come se si potesse stare 30 giorni senza mangiare!
Oggi è il 7 aprile e se non ci fossero state associazioni, parrocchie o volontari, tante persone sarebbero rimaste un mese senza mangiare. Gli anticorpi di uno Paese malato di burocrazia siamo noi.
Noi abbiamo sospeso i carrelli nei supermercati, abbiamo sospeso i panari che calano dai balconi, da sempre, abbiamo sospeso i caffè nei bar. Oggi come ieri non vi chiediamo di ringraziarci, ma di fare quello che abbiamo sempre fatto noi. Ci sono scadenze che un padre o una madre conoscono bene, come le bollette di acqua e luce ad esempio.
Sospendetele.
Ma non come intendete voi “non paghi oggi per pagare domani”, ma come abbiamo sempre fatto noi: “Pago io oggi per chi non può domani”. Altrimenti pagheranno gli usurai.
Ve lo chiediamo perché crediamo in un Paese capace di sconfiggere le mafie, crediamo in voi e nella dignità delle persone che non vogliono piegarsi al sistema dell’antistato. Ve lo chiediamo perché non tutto è perduto e quindi, per piacere, e organizzatevi anche voi, basta una bolletta sospesa: muovetevi!”.
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