Bassetti: “Mi piace piacere. Sono prof. e direttore e ora ho anche la notorietà, perché dovrei vergognarmene?”
L'intervista dell'infettivologo al settimanale Chi: "I miei figli dicono: ‘Papà, se con le donne il tuo avversario è Galli, ti piace vincere facile'"
Il direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova Matteo Bassetti, diventato uno degli esperti più noti in tv dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19, ha rilasciato un’intervista al settimanale Chi in cui ha raccontato alcuni aspetti della sua vita privata.
L’infettivologo, che oggi siede alla stessa scrivania che una volta apparteneva a suo padre Dante, racconta a proposito di questa “eredità professionale”: “Se hanno malignato? Hanno malignato. Peccato che mio padre sia morto nel 2005. Ho fatto tutto da solo e l’ho fatto anche per lui e per mamma Giuliana, professione capofamiglia, che purtroppo è morta di tumore pochi mesi fa”.
Sulla sua giovinezza racconta: “Ero della generazione paninara con il mito della Milano da bere e divisa d’ordinanza, Timberland e Moncler. Ma in segreto ascoltavo Gino Paoli”. Bassetti ricorda poi il primo incontro con la moglie Maria Chiara, avvenuto nel 2001.
“Non accadde nulla”, dice. “Non che non mi avesse colpito: ero appena tornato dagli Stati Uniti, iniziavo a lavorare, trentenne del genere ‘voglio tutto subito’ e quindi poco incline ai legami. Fase breve. L’anno successivo io e Maria Chiara ci siamo fidanzati, sei mesi dopo le ho chiesto di sposarmi e dopo altri sei mesi, era l’1 giugno 2003, eravamo marito e moglie”.
Alla domanda se la moglie sia gelosa del suo “essere considerato un sex symbol”, Bassetti replica: “Si tratta di una leggenda messa in giro da voi giornalisti”. Poi aggiunge: “Non le nascondo che, come dice mia moglie, mi piace piacere. Che c’è di male? Ho 50 anni, professore e direttore, ora anche la notorietà. Perché dovrei vergognarmene?”.
I due figli, Dante, 15 anni, e Francesco, 12, hanno preso con ironia la fama improvvisa del padre, molto presente in tv e sui giornali. “Mi dicono: ‘Papà, così non vale. Se con le donne il tuo avversario è il professor Galli, vuol dire che ti piace vincere facile’”.
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