Ritratto dell’Italia colpita dal Covid: code e assembramenti al Monte dei Pegni di Torino
Banco dei pegni di Torino preso d’assalto: il ritratto dell’Italia colpita dal Covid
In coda dall’alba, decine di persone sono ferme davanti alla porta del Banco dei Pegni di Torino. Non hanno soldi per seppellire i loro cari, morti a causa del Coronavirus, e sono costretti a pignorare quel poco che hanno. Negli ultimi mesi, si è parlato tantissimo delle code immense davanti ai supermercati, mentre adesso crescono anche quelle davanti al Banco dei Pegni: c’è chi ha bisogno di riaprire la propria attività, chi ha spese da sostenere e chi ha bisogno di seppellire i propri cari.
Si porta di tutto al Banco dei Pegni, in particolare oro e argento, come la fede di Concetta, 78 anni, che ha perso il marito il 23 marzo: “Non è vero che il funerale lo paga lo Stato”, dice Concetta, come riporta Il Corriere. “Mio marito è da un mese che aspetta nel deposito. È morto il 23 marzo, è stato cremato, ma adesso mi chiedono 400 euro. Aspetterà un altro mese la sepoltura e intanto sono costretta a pignorare i ricordi di una vita insieme”. Concetta è una delle tante persone in fila davanti al Banco dei Pegni a Torino e racconta la sua sofferenza. “Me l’hanno ucciso: andava in ospedale a fare la dialisi, ma stava bene: è lì che ha preso sto virus, l’ultima volta è entrato e dopo otto giorni non c’era più”.
Banco dei Pegni preso d’assalto in Italia: aumentano i clienti
La disperazione è tanta e il Banco dei Pegni sembra essere la soluzione più veloce: in 15 minuti si è dentro e si esce con un prestito senza grossi problemi. Nessuno chiede se hai debiti, quale situazione stai vivendo o che lavoro fai. Si può scegliere una polizza per tre, sei o nove mesi con un TAN del 7% su base annua. L’età è medio alta, in fila ci sono sia uomini che donne con la mascherina, alcuni il lavoro non ce l’avevano neanche prima dell’emergenza sanitaria, altri invece l’hanno perso proprio a causa del Coronavirus. È così in tutta Italia.
Rainer Steger, il codirettore generale di Affide (la più grande società di Credito su Pegno in Italia) ha spiegato: “Ci stiamo accorgendo negli ultimi giorni dell’aumento di clienti: alla nostra sede principale al Monte di pietà di Roma abbiamo la coda già prima dell’apertura. Dopo un primo momento di flessione abbiamo avuto il picco negativo nella seconda metà di marzo, causa la limitata mobilità. Ora stiamo recuperando i numeri precovid, ma evidenziamo l’arrivo di persone nuove e immaginiamo saranno sempre di più nei prossimi mesi”.
1. 1 maggio, l’omelia di Papa Francesco: “Dignità del lavoro calpestata, oggi ancora tanti schiavi” / 2. Coronavirus, Fedez e Chiara Ferragni distribuiscono cibo alle famiglie in difficoltà | VIDEO