Il dolcissimo disegno di Francesco, 9 anni: con la matita crea la foto di classe di fine anno
Francesco, bambino di 9 anni, scatta con un disegno la foto di classe di fine anno
Un’immagine che racconta bene il disagio dei bambini, costretti, nel difficile periodo di isolamento forzato per la pandemia di Covid-19, a stare lontani dagli amati compagni di classe. È quella realizzata a matita da un piccolo di 9 anni di Torino, Francesco, un alunno di quarta elementare che ha deciso di disegnare a mano la foto di classe di fine anno con maestre e amici di scuola. Il disegno dell’allievo ha preso il posto del tradizionale scatto di gruppo, che questa volta l’emergenza Coronavirus rende impossibile realizzare, ed è stato inviato a compagni e insegnanti, con tanto di con tanto di dedica. “Visto che quest’anno non possiamo fare la foto di classe, ci ho pensato io”, ha scritto l’autore.
Francesco, che frequenta la scuola primaria Renato Sclarandi, è da sempre un appassionato del disegno. E la foto di gruppo da lui creata con la matita è una dimostrazione di un certo talento. La sua opera è arrivata perfino alla viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani, che l’ha resa pubblica condividendola sulla sua pagina Facebook. “Questo virus – ha scritto – non ha permesso a tanti bambini di abbracciarsi e condividere momenti di socialità, elementi fondamentali quanto l’apprendimento. Quando ho ricevuto questa foto, però, ho anche pensato alla loro capacità di dare risposte alle abitudini compromesse dall’obbligo di distanziamento sociale”.
“In queste ore – ha poi proseguito Ascani -, con il Comitato di esperti guidato dal Prof. Bianchi e gli enti locali, stiamo immaginando tre differenti scenari per il rientro, a seconda dell’andamento dell’epidemia. Siamo consapevoli che i più piccoli hanno assolutamente bisogno di recuperare le relazioni in presenza: per permetterlo pensiamo a gruppi più piccoli, con più attività da affiancare a quelle ordinarie come musica, arte, sport, creatività digitale e laboratori, da svolgere anche in altri spazi”.