La storia di Aria, 2 anni, malata: la sua vita appesa a un filo per colpa della burocrazia italiana
Bambina malata burocrazia italiana
Si chiama Aria, ha due anni e i riccioli d’oro che le coprono la fronte. Il suo viso, però, è pallido, perché Aria è affetta, sin dalla nascita, da una anemia molto rara: l’anemia di Blackfan Diamond, che non le permette il giusto circolo sanguigno nell’apparato cardiocircolatorio.
Aria è nata in Albania, ma quando la madre si è accorta di non poter dare alla sua bambina l’assistenza necessaria, ha deciso di trasferirsi in Italia, dove la piccola è stata immediatamente ricoverata presso l’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma.
Bambina malata burocrazia italiana | L’unica soluzione il trapianto
Il referto dei medici qui è stato drammatico, perché non esiste ancora una cura per permettere ad Aria di condurre una vita come quella di tutti i suoi coetanei. L’unica soluzione è il trapianto di midollo, quindi la piccola viene subito inserita in una lista di attesa.
I problemi, però, diventano altri. A mettere i bastoni tra le ruote è la burocrazia. Nonostante la bambina abiti in Italia da quasi due anni, le viene paventata la possibilità che le venga tolto il diritto a ricevere un trapianto salva vita.
Bambina malata burocrazia italiana | La petizione
È per questo che su Change.org è stata lanciata una petizione indirizzata alla ministra Giulia Grillo, alla Regione Lazio e all’ospedale Bambin Gesù per chiedere che venga garantito il diritto a una vita normale alla bambina.
Al momento Aria non può accedere alla terapia salvavita, a causa del mancato esito della richiesta di permesso di soggiorno. L’accesso alle cure, così, le è stato negato e Aria vive in bilico, nell’attesa che la situazione si sblocchi.
Intanto, però, la malattia continua a rendere la vita della bambina un inferno. Per questo il mondo si sta mobilitando per aiutare la bambina attraverso le donazioni e una petizione che ha già raccolto oltre 106mila firme per sensibilizzare le istituzioni competenti al caso di Aria e per sostenere la madre della bambina, che, sola è costretta a combattere contro la malattia della sua bambina e contro la burocrazia.