AstraZeneca, il nuovo stop complica il piano vaccini: milioni di dosi da sostituire
34 milioni di dosi da sostituire, richiami nel caos e dubbi dei medici: cosa succede ora con AstraZeneca
AstraZeneca subirà delle limitazioni. Con il parere dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) sulla correlazione tra rischi trombosi (se pur bassissimi) e vaccino e con la decisione dell’Aifa di consigliare uno stop per gli under 60, in Italia si pone un problema serio: come vaccineremo i giovani sotto i 60 anni, visto che il nostro Paese aveva già ordinato ben 34 milioni di dosi di AstraZeneca?
Poche settimane di autonomia per trovare i vaccini
“Abbiamo 8-9 settimane di autonomia”, ha spiegato il ministro Roberto Speranza durante la riunione di ieri – 7 aprile – con l’Aifa. A giugno va trovata una soluzione, che potrebbe essere il vaccino Johnson & Johnson, a patto che i 26 milioni di fiale della casa americana arrivino come da cronoprogramma.
Anche se gli esperti – da Locatelli a Crisanti – abbiano ribadito che il farmaco sia stato ritenuto sicuro “più di un’aspirina”, ci sono un milione e 650mila dosi ferme nei frigoriferi delle regioni italiane, il 41 per cento delle forniture AstraZeneca.
E a preoccupare sono anche i richiami: al momento ne contano 2,3 milioni da fare. Intorno al 10 maggio, cominceranno a sfilare negli hub gli insegnanti e le forze dell’ordine che a febbraio hanno avuto la prima puntura. Poi sarà la volta dei caregiver e di tutti gli altri che hanno avuto AstraZeneca (va ricordato che, nonostante le limitazioni consigliate, per chi ha già fatto la prima dose resta tutto invariato).
Le polemiche
Ad alzare la voce sul problema dosi mancanti è stato per primo il governatore leghista della Regione Veneto Luca Zaia: “Diteci come e quando avremo gli altri vaccini, ditecelo subito”, ha detto. Ma anche il presidente pugliese dem Michele Emiliano gli ha fatto eco: “Da noi circa una dose su due di AstraZeneca viene rifiutata. Con questo modo confuso di comunicare dell’Ema andrà sempre peggio”. In risposta, il commissario Francesco Paolo Figliuolo rassicura dicendo che “La fascia 60-79 anni è una platea di circa 13,6 milioni di persone, delle quali oltre 2,2 milioni hanno già ricevuto la prima dose”.
I dubbi dei medici
L’altro grande nodo da sciogliere riguarda gli operatori sanitari. Quello dell’Aifa di limitare l’uso di AstraZeneca è solo “un consiglio”. Ma quale medico se la sentirà di inoculare un vaccino ai pazienti sotto i 60 anni sapendo che i rischi esistono e che l’Ema li ha confermati?
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