Covid, via libera dell’Aifa al vaccino di Astrazeneca in Italia
Vaccino anti Covid AstraZeneca: l’ok all’uso dell’Aifa
Dopo l’approvazione dell’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, alla distribuzione del vaccino anti Covid AstraZeneca, anche l’Aifa, l’agenzia del farmaco italiana, ha dato l’ok per tutte le fasce di età. Anche se nelle raccomandazioni si indica, tra l’altro, come preferibile utilizzare il vaccino negli under 55, perché per le fasce di età più anziane ci sono meno dati, in quanto il numero di pazienti arruolato negli studi clinici dall’azienda era più basso. Ora la palla passa al ministero e alle Regioni che devono inserire nella campagna vaccinale il nuovo vaccino.
AstraZeneca e lo scontro con l’Ue
La casa anglo-svedese AstraZeneca, è finita al centro delle polemiche di questi giorni per i ritardi nelle forniture annunciati dall’azienda giorni fa. Ritardi quelli del vaccino di AstraZeneca che non sono piaciuti all’Unione Europea la quale aveva minacciato un blocco dell’export verso Paesi terzi in caso di incongruenze sui contratti. Dopo la nuova richiesta della Commissione il 27 gennaio, la stessa azienda ha accettato di rendere pubblica l’intesa firmata tra le parti il 27 agosto scorso. (Qui il contratto tra Ue e AstraZeneca)
È stata la stessa presidente dell’Eurogoverno, Ursula von der Leyen, ad annunciarlo dopo che il documento segreto è stato al centro del violento scontro tra Bruxelles e l’azienda ango-svedese per la quale l’accordo non prevedeva consegne vincolanti delle fiale. Una tesi – a sostegno della decisione del produttore di tagliare due terzi delle dosi promesse all’Unione che sta mettendo in crisi la campagna di immunizzazione del continente – smentita dalla Ue, come ha ribadito in mattinata la stessa von der Leyen: il testo “è chiarissimo, contiene ordini vincolanti con quantità da consegnare a dicembre e nei primi tre trimestri del 2021”.
Nel documento, dice von der Leyen, “vengono menzionati anche due stabilimenti in Gran Bretagna destinati alla produzione del vaccino per l’Ue. Il modo in cui sono gestiti dipende da loro”, spiega. Nel contratto pubblicato sul sito della Commissione ci sono parti oscurate su dettagli riservati come quelli sulle fatture. In passato era stato pubblicato anche l’accordo con CureVac di acquisto anticipato con la Commissione europea. Altro oggetto dello scontro, la produzione delle dosi nel Regno Unito: secondo l’azienda sono riservate da Londra, per la Ue invece il contratto prevede che vengano usate anche per rispettare gli impegni con l’Europa.
AstraZeneca, l’ok dell’Ema per la fascia di età dai 18 anni in su. Efficacia al 60%
Sviluppato con la tecnica del vettore virale, il siero di AstraZeneca è stato raccomandato dall’Ema per l’uso sugli over 18 senza ulteriori limitazioni. In un primo tempo si era pensato che l’Ema avrebbe escluso le persone più anziane. Per l’Ema il vaccino di AstraZeneca può essere utilizzato anche sugli over 55 “anche se non ci sono ancora molti dati poiché la maggior parte dei partecipanti ai test avevano un’età compresa tra i 18 e i 55 anni”, si legge nella nota dell’Ema. “I risultati combinati di 4 studi clinici in Regno Unito, Brasile e Sudafrica hanno mostrato che il vaccino Covid-19 AstraZeneca è sicuro ed efficace nel prevenire il Covid nelle persone a partire dai 18 anni di età”, scrive l’Ema. “Questi studi hanno coinvolto in tutto circa 24 mila persone. Metà ha ricevuto il vaccino e metà ha ricevuto un’iniezione di controllo, un’iniezione fittizia o un altro vaccino non Covid. Questi hanno mostrato una riduzione del 59,5% nel numero di casi di COVID-19 sintomatici nelle persone a cui è stato somministrato il vaccino (64 su 5,258 hanno ricevuto COVID-19 con sintomi) rispetto alle persone a cui sono state somministrate iniezioni di controllo (154 su 5,210 hanno ricevuto COVID-19 con sintomi). Ciò significa che il vaccino ha dimostrato un’efficacia di circa il 60% negli studi clinici“, si legge nella nota.
AstraZeneca, ok a intervallo 3 mesi fra prima e seconda dose
Il vaccino anti Covid di AstraZeneca/Oxford mantiene la sua efficacia anche con un intervallo “di tre mesi” fra prima dose e richiamo, secondo la strategia scelta dal Regno Unito. Lo ha detto l’amministratore delegato Pascal Soriot in un briefing con altri dirigenti dell’azienda e con il professor Andrew Pollard, di Oxford, sottolineando la “flessibilità” di uso e la facilità di conservazione e di somministrazione di un vaccino elaborato in soli 9 mesi malgrado le difficoltà. “Abbiamo grande fiducia in questo vaccini e nel suo potenziale di utilizzo”, gli ha fatto eco Pollard, dicendosi “incoraggiato” dai risultati raggiunti.