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AstraZeneca, trovate 29 milioni di dosi di vaccino in uno stabilimento ad Anagni. L’Ue attacca l’azienda: “Poco trasparente”

Immagine di copertina
Credits: Ansa

Astrazeneca, dosi ad Anagni. Ispezione dei Nas su richiesta Ue

Nello stabilimento della Catalent, ad Anagni (Frosinone), sono state trovate “29 milioni di dosi del vaccino Astrazeneca“. Lo rivela La Stampa. Le dosi del siero di Oxford sono state scoperte dalle autorità italiane in seguito ad un’indagine scattata su segnalazione della Commissione Europea. Una notizia che rischia di compromettere ulteriormente i rapporti tra la casa farmaceutica e l’Unione europea, già deteriorati dopo il mancato rispetto delle consegne del vaccino previsto nei primi sei mesi dell’anno.

L’ispezione dei carabinieri, su input del ministero della Salute, è scattata tra sabato e domenica e le verifiche riguardano sia le dosi presenti nel sito sia quelle che risultano documentalmente spedite. Una delle ipotesi possibili era che fossero destinate alla Gran Bretagna ma l’azienda ha spiegato che sono destinate al Belgio dove Astrazeneca ha un polo logistico che si occupa della distribuzione del vaccino nei vari Paesi, compresi quelli a basso reddito compresi nell’iniziativa Covax.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, spiegano, ha informato il Ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale ha inviato un’ispezione, che si è tenuta tra sabato e domenica ad opera dei Carabinieri Nas. I lotti ispezionati nella Catalent, ad Anagni (Frosinone) sono risultati con destinazione Belgio. Tutti i lotti in uscita vengono controllati dai Nas.

Nell’articolo de La Stampa si afferma che le “manovre di Astrazeneca sono state scoperte grazie alla visita del commissario Thierry Breton nello stabilimento di Leida, nei Paesi Bassi, gestito dalla Halix”, uno dei due impianti in Ue utilizzati dalla casa farmaceutica per produrre il farmaco.

Quello stabilimento, sostiene La Stampa, è in grado di produrre 5-6 milioni di dosi al mese e ha iniziato la produzione a settembre scorso. Secondo fonti Ue parti di quelle dosi “è molto probabile che in una prima fase siano state spedite nel regno Unito” ma il flusso si sarebbe interrotto il 1 febbraio quando è entrato in vigore il regolamento Ue per il controllo dell’export.

Non avendo avuto risposte dall’azienda su che fine avessero fatto le dosi, il commissario francese ha segnalato la vicenda alle autorità italiane che hanno avviato un’ispezione alla Catalent, dove viene infialato il farmaco. “Il primo rapporto spedito a Bruxelles – scrive il quotidiano – dice che nei frigoriferi dei capannoni del sito laziale ci sono 29 milioni di dosi del vaccino. Fonti Ue spiegano che probabilmente non tutte sono state prodotte da Halix, ma si tratta comunque di fiale già pronte per essere iniettate che la casa farmaceutica puntava a spedire nel Regno Unito e non nei paesi dell’Unione europea” nonostante i ritardi nelle consegne concordate con Bruxelles.

Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha parlato oggi di “forti inadempienze” di AstraZeneca nella distribuzione dei vaccini nell’Unione europea: “di 120 milioni di dosi” che avrebbe dovuto consegnare nel primo trimestre secondo il contratto, ha tagliato a “30 milioni ma non è nemmeno vicino a questa cifra”. “Spetta all’azienda (AstraZeneca, ndr) decidere dove vanno le dosi” stoccate ad Anagni, “ma non possiamo fare a meno di notare che AstraZeneca è molto indietro con le consegne” all’Unione europea, ribadisce Dombrovskis.

“Quel che è certo è che a parte una quantità prevista per Covax, per i Paesi poveri, il resto delle dosi sarà distribuito esclusivamente tra i Paesi dell’Unione europea“, ha dichiarato alla radio spagnola Cadena Ser il commissario Ue, Thierry Breton, a capo della task force per la produzione dei vaccini, in merito alle 29 milioni di dosi scoperte nello stabilimento di Catalent ad Anagni.

Breton ha confermato che si tratta di dosi prodotte principalmente nello stabilimento di AstraZeneca, Halix, situato nei Paesi Bassi che non ha ancora ottenuto l’autorizzazione dall’Agenzia europea dei medicinali. “Lo stabilimento di Halix (Leiden) necessita dell’autorizzazione dell’Agenzia Europea ma, come sappiamo, i dati sono già stati inviati all’Ema e ci aspettiamo una risposta nei prossimi giorni. Quando ottengono il visto come laboratorio di produzione, possono essere distribuiti tra i Ventisette”, ha aggiunto.

L’articolo 122 del Trattato, evocato diverse settimane fa dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sulla disputa per i vaccini, può essere attivato su richiesta della Commissione europea e concede agli Stati membri lo strumento legale per obbligare l’azienda a cooperare, fornire informazioni o consegnare dosi”, spiega una fonte Ue in merito al caso della dosi di AstraZeneca scoperto nello stabilimento di Anagni.

“Fatta salva ogni altra procedura prevista dai trattati, il Consiglio Europeo, su proposta della Commissione, può decidere, in uno spirito di solidarietà tra Stati membri, le misure adeguate alla situazione economica, in particolare qualora sorgano gravi difficoltà nell’approvvigionamento di determinati prodotti, in particolare nel settore dell’energia”, recita l’articolo 122.

La telefonata della Commissione Ue è giunta direttamente al Presidente del Consiglio, Mario Draghi: nello stabilimento Catalent di Anagni nascondono 29 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca. Una fornitura pari al doppio delle dosi (16,6 milioni) che la Ue ha finora ricevuto dall’azienda anglo-svedese. Questo a dispetto degli impegni di AstraZeneca di 120milioni di dosi alla Ue solo nel primo trimestre 2021.

Draghi ha immediatamente chiamato il ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha avviato un’ispezione dei Carabinieri Nas. L’ispezione si è svolta tra sabato e domenica. I lotti ispezionati dai Nas sono risultati con destinazione Belgio. Il Commissario Ue per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton, oggi assicura sui 29 milioni di vaccini di Anagni: “Quel che è certo è che a parte una quantità prevista per Covax, per i Paesi poveri, il resto delle dosi sarà distribuito esclusivamente tra i Paesi dell’Unione europea”.

Per AstraZeneca fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Il Governo italiano ha comunque disposto che tutti i lotti in uscita da Anagni siano “controllati dai Nas”. Il 2 marzo scorso l’Italia, d’intesa con Bruxelles, fu il primo Stato membro della Ue a intervenire, applicando il nuovo meccanismo europeo di controllo dell’export sui vaccini lanciato dalla Commissione europea lo scorso 30 gennaio. Il Governo Draghi bloccò 250mila dosi di AstraZeneca (infialate ad Anagni) destinate all’Australia, tra l’altro un Paese che all’epoca non era inserito tra quelli più vulnerabili per la pandemia.

Il premier australiano, Scott Morrison, mostrò comprensione: “In Italia, le persone muoiono al ritmo di 300 al giorno. E quindi posso certamente capire l’alto livello di ansia in Italia e in molti Paesi in tutta Europa. Sono in una situazione di crisi senza freni. Questa non è la situazione in Australia”.

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