“Chi si diverte a fare regali di Natale e aperitivi rischia il Capodanno in corsia”
Assembramenti per shopping di Natale, i medici lanciano l’allarme
“Non vorrei sembrare una Cassandra, ma temo che quelli che si stanno divertendo a comprare i regali e prendere l’aperitivo rischino di fare il Capodanno in corsia“. Antonella d’Arminio Monforte, infettivologa dell’ospedale San Paolo lancia l’allarme. L’esperta parla a nome dei medici, infermieri e operatori sanitari che lavorano negli ospedali dove già si comincia a pianificare la riorganizzazione per la terza ondata della pandemia da Coronavirus.
Le immagini degli assembramenti per lo shopping natalizio fanno paura. E medici e direttori generali prevedono il peggio, già a partire dalla fine del mese. Anche Andrea Gori, fratello del sindaco di Bergamo Giorgio, nonché direttore delle Malattie infettive del Policlinico Ca’ Granda è preoccupato: “Questa volta i cittadini non sono esentati dall’avere un loro ruolo attivo responsabile e guidato dal senso civico. È vero che i negozi sono aperti e che c’è la zona gialla, ma questo non autorizza comportamenti poco seri. – dice Gori a Repubblica – Noi abbiamo ancora tutti i reparti pieni, dobbiamo ancora smaltire i pazienti della seconda ondata, non potremo fare nemmeno un giorno di ferie, se tra Natale e Capodanno scoppia di nuovo l’inferno, come temiamo”.
Anche il professor Massimo Galli dell’ospedale Sacco commenta: ” Vedo atteggiamenti poco responsabili. Se appena si alzano le saracinesche tutti si precipitano in centro a far compere, come se nulla fosse successo e tutto fosse risolto, a breve saremo nella stessa situazione di prima. Purtroppo, anche se ormai in Lombardia può essere che il 30 per cento della popolazione sia stata già colpita dal virus, questo non significa che ci sia immunità di gregge, questa malattia ha anche il vizietto di vedere una caduta abbastanza rapida del tasso anticorpale: chi ha avuto l’infezione naturale non ha garanzia di non reinfettarsi. Magari potrebbero rifare la malattia in modo meno grave, ma la circolazione del virus continuerà ad avere importanza”.
“O la gente si auto regola, oppure non c’è alternativa. Non vedo come venirne fuori – dice Andrea Gori sull’idea di ristabilire una zona rossa in Italia per le festività di Natale e Capodanno – . Basta guardare cosa succede in Veneto dove sono messi malissimo, se molliamo adesso in Lombardia torniamo al punto di partenza. Dobbiamo pensare che per il 2021 sarà tutto un su e giù. Se aspettiamo il miracolo col Dpcm stiamo freschi: il governo non può fare altro che chiudere e aprire, non ha la bacchetta magica per far sparire il virus. È il singolo che deve fare la sua parte”.
La professoressa D’Arminio Monforte aggiunge: “Per noi medici in prima linea è veramente doloroso guardare le immagini della folla che fa shopping – spiega – . Per carità io capisco, siamo in zona gialla, riprendere un po’ è giusto, far lavorare il commercio e i bar, ma francamente la calca non si può vedere. Noi abbiamo tutti i letti occupati, siamo stremati da mesi di lavoro durissimo, continuiamo a vedere la gente morire e quelli fuori pensano all’aperitivo? Davvero, per noi è inconcepibile“.
“La pressione sui pronto soccorso è scesa rispetto a 15 giorni fa, perché abbiamo fatto il parziale lockdown: dimostrazione che le misure servono – spiega D’Arminio a Repubblica– . Limitano la libertà individuale, servono a livello collettivo. Pensiamo cosa deve prevalere in questo momento”.