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Assalto alla Cgil, il legale di Roberto Fiore torna a chiedere i domiciliari: “Un positivo in cella con lui, è un attentato alla sua vita”

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Assalto alla Cgil, il leader di Forza Nuova Roberto Fiore chiede i domiciliari

Il leader di Forza Nuova Roberto Fiore, attualmente in carcere per l’assalto alla sede di Roma della Cgil del 9 ottobre scorso, torna a chiedere i domiciliari attraverso l’istanza presentata dal suo legale, Nicola Trisciuoglio.

Secondo l’avvocato, infatti, il suo assistito rischierebbe la vita dopo essere venuto a contatto con un detenuto risultato positivo al Covid. “Un uomo detenuto nella cella del carcere di Poggioreale, dove è recluso Roberto Fiore, è risultato positivo al Coronavirus – ha dichiarato Trisciuoglio – Il che, considerate le patologie del presidente di Forza Nuova già compiutamente certificate nella relazione medica della professoressa Carmela Rescigno e ignorate totalmente dalla procura e dal gip del tribunale di Roma, significa un attentato alla sua vita”.

In una dichiarazione rilasciata all’Adnkronos, l’avvocato afferma: “Nel superiore interesse della tutela della salute di Fiore e, quindi, a tutela della sua vita domani presenterò nuova istanza al gip per la concessione dei domiciliari. Adesso il segretario di Forza Nuova rischia la morte”.

“Unitamente alla professoressa Carmela Rescigno chiederemo un incontro ad horas con il Direttore Sanitario della struttura carceraria – aggiunge il legale -. In queste condizioni non è monitorabile il paziente all’interno del carcere per le sue gravi patologie su cui va a incidere l’eventualità concreta del contagio. Ognuno deve in questo momento assumersi le proprie responsabilità, anche quella di tramutare una misura custodiale massima in una condanna a morte. La permanenza di Fiore all’interno della struttura circondariale di Poggioreale è un attentato alla vita”.

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