Coronavirus, gli asintomatici non possono lavorare: niente smart working per i positivi senza sintomi
Covid, vietato lo smart working per gli asintomatici
Vietato lo smart working per gli asintomatici. I soggetti positivi al Covid-19 non possono lavorare anche se sono a casa in isolamento senza febbre o altri sintomi. A chiarire la questione sono i decreti Cura Italia e Rilancio, poi convertiti in leggi, oltre a un messaggio che è stata la stessa Inps a diffondere sui propri canali ufficiali il 24 giugno e al dpcm 7 agosto del 2020.
“Il decreto Agosto ha stabilito che le persone di ritorno da vacanze in zone a rischio debbano stare in isolamento in attesa del tampone. Bene, anche questo isolamento è equiparato alla malattia quindi implica il divieto di lavorare”, spiega l’avvocato Cesare Pozzoli, partner dello studio legale milanese Chiello-Pozzoli, in un’intervista al Corriere della Sera.
Aumento degli asintomatici – Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nell’ultimo mesi i casi sono stati 21.724 di cui circa il 75 per cento (16.300) hanno riguardato persone in età da lavoro. Di queste oltre il 65 per cento erano asintomatiche, si tratta quindi di oltre 10 mila persone potenzialmente interessate dal problema. Numero destinato a crescere se si passasse da 100 a 300 mila tamponi al giorno, seguendo la proposta del professor Andrea Crisanti.