Appello di 40 milioni di medici e infermieri al G20: “Investite nella salute”
Un esercito di oltre 40 milioni fra medici, infermieri e professionisti della sanità di 90 Paesi del mondo, fra cui molti impegnati in prima linea contro Covid-19, lanciano un appello ai leader del G20: mettete la salute pubblica al centro dei pacchetti di stimolo per la ripresa economica, per cercare di evitare crisi future. Gli investimenti, suggeriscono in una lettera, vanno impegnati per ridurre inquinamento e gas serra che danneggiano la salute umana, per assicurare aria pulita, acqua pulita, clima stabile, per aumentare la capacità di resistenza contro future pandemie creando nel contempo posti di lavoro sostenibili. In sintesi, la salute umana, la salute economica e la salute del pianeta sono strettamente collegate.
Nella più grande mobilitazione della comunità sanitaria degli ultimi 5 anni, dalla vigilia dell’Accordo di Parigi sul clima, oltre 350 organizzazioni mediche mondiali hanno firmato la lettera a nome degli associati, e il numero dei sottoscrittori è destinato ad aumentare via via che ci sono le adesioni: fra le altre World Medical Association, the International Council of Nurses, the Commonwealth Nurses and Midwives Federation, the World Organization of Family Doctors (Wonca), the World Federation of Public Health Associations e Isde Italia (Associazione Medici per l’Ambiente). La lettera è stata sottoscritta anche singolarmente da migliaia di medici. Ed è atteso il sostegno dell’Organizzazione mondiale della sanità.
La pandemia ha esposto medici, infermieri e altri professionisti della sanità a morte, malattia e stress mentale a livelli mai visti da decenni, si sottolinea nella lettera. I big della politica e dell’economia devono imparare da questi errori e agire per rafforzare il mondo. I governi hanno il potere di fare questa trasformazione nei prossimi 12-18 mesi a seconda di come e dove scelgono di investire le migliaia di miliardi che devono immettere nell’economia. Ci sono vari summit internazionali in agenda sino a fine anno e il messaggio è chiaro: Covid-19 ha dimostrato con chiarezza che l’economia soffre quando la salute pubblica è sotto attacco.