Deepnude, l’allarme del Garante della privacy: “Vittima chiunque abbia postato una foto sul web”
Continuano a circolare immagini dette “deep fake“, fotomontaggi che attraverso l’intelligenza artificiale “spogliano” donne mostrandole nude, con il vero volto su un corpo montato ad arte ma verosimile. Il software è spuntato per la prima volta un anno fa ma l’ideatore dell’app, Deepnude, fu costretto a chiuderlo in poche ore dopo l’ondata di sdegno che provocò. Eppure oggi sarebbe stata intercettata un’applicazione che è una evoluzione dell’app e che ha continuato a circolare e a causare vittime, 104.852 donne secondo una startup che si occupa di Cibersecurity, Sensity. Come riporta il Messaggero, da luglio 2020 a oggi il volume di queste foto sarebbe cresciuto del 198 per cento.
“Notizie di stampa hanno, nei giorni scorsi, riportato il caso di alcune ragazze vittime di un particolare tipo di deep fake, cioè video e immagini realizzati attraverso delle app che consentono di trasformare il volto, la voce e il corpo delle persone, creando veri e propri falsi. Le ragazze si sono ritrovate, a loro insaputa, spogliate su Telegram dopo che alcuni utenti avevano manipolato le loro foto usando un programma informatico, derivato da un software chiamato DeepNude, disponibile sul canale social e che impiega l’intelligenza artificiale per ricostruire l’aspetto che avrebbe il corpo sotto gli indumenti”, si legge in una nota del garante della Privacy.
E il Ceo di Sensity Giorgio Patini, ha fatto notare che basta aver inviato una propria immagine su Telegram o averla condivisa sui social perché la foto sia usata e falsificata. “Solo una singola immagine in una chat room è necessaria per far funzionare questa tecnologia”, ha dichiarato Patini. “Le gravi lesioni alla dignità e alla privacy a cui l’uso di un software simile espone le persone, soprattutto se minori, sono evidenti, considerati anche il rischio che tali immagini vengano usate a fini estorsivi o di revenge porn e tenuto conto dei danni irreparabili a cui potrebbe portare una incontrollata circolazione delle immagini, fino a forme di vera e propria viralizzazione. La facilità d’uso di questo programma rende, peraltro, potenzialmente vittime di deep fake chiunque abbia una foto sul web” si legge ancora nella nota del garante.
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