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Ansia per Giulia Cecchettin scomparsa: l’urlo, il messaggio, la lite in auto con l’ex. Cosa sappiamo finora

Immagine di copertina

Lei che urla “Lasciami!”. Poi il litigio, una spinta, Giulia sale controvoglia nella Punto e un testimone che vede la scena. Sabato scorso, ore 23.15, parcheggio di Vigonovo. Giulia Cecchettin abita 200 metri più in là, in questo paese della Riviera del Brenta che è terra di calzaturifici e ville venete. Ci sono poi le immagini di una telecamera che riprende l’auto nel piazzale della Christian Dior a Fossò, il paesello accanto, dove gli inquirenti hanno trovato del sangue, mandato subito al Ris per le analisi. E c’è la fuga nella notte della Punto nera ammaccata che attraversa campagne e piccoli centri del Veneto orientale e del Friuli e che è stata segnalata anche su in montagna, dalle parti di Cortina e in val Pusteria. Poi, da domenica scorsa, più nulla.

Tante tessere di un puzzle, che non danno ancora un’immagine certa. E’ il quadro che cercano di mettere insieme gli investigatori che da 76 ore, in un territorio grande come tutto il Nordest, sono sulle tracce di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, i due ex fidanzati 22enni che paiono spariti nel nulla, a bordo della Fiat Grande Punto nera di lui.

Un groviglio di segnalazioni, talvolta fasulle, che hanno fatto spostare le indagini prima nel veneziano, tra Vigonovo, dove vive la famiglia di Giulia, e poi Fossò, dove nella zona industriale, in un’ora (le 23) prossima a quella della sparizione, sarebbero state trovate repertate alcune vaste macchie, forse di sangue o comunque di materiale biologico. Ma niente che abbia permesso di rintracciare i due ragazzi, per i quali i genitori di entrambi oggi hanno lanciato un accorato appello davanti alle telecamere delle tv.

“Ragazzi contattateci o tornate a casa” ha detto il papà di Giulia, Gino Cecchettin, con accanto i genitori di Filippo, Elisabetta Martini e Nicola Turetta. “Non sappiamo dove siano. A chi li vede chiediamo di segnalarli alle forze dell’ordine, o di chiamarci ai numeri pubblicati sui social. L’auto è la Fiat Punto nera”. Visibilmente provati, il papà e la mamma di Filippo hanno voluto solo aggiungere che il figlio “era del tutto normale in questi giorni, anche l’ultimo giorno che l’abbiamo visto sembrava stare bene”.

Per tutta la giornata sono giunte informazioni e notizie contrastanti. Come avviene in questi casi, si sono fatti avanti anche i mitomani, o gente che ha riferito segnalazioni inattendibili, come chi si diceva sicuro di aver visto Giulia a bordo di un treno. Anche chi in queste ore si muove vicino ai genitori dei ragazzi, come un criminologo dell’associazione “Penelope” – che assiste le famiglie di persone scomparse – non ha aiutato a fare chiarezza.

Nel frattempo, mentre gli elicotteri sorvolano il Pordenonese, i vigli del fuoco perlustrano le acque del Brenta e questo la dice lunga sui sospetti. “Non si lascia nulla di intentato”, aggiungono con prudenza. Ma cercano un corpo. Perché l’ipotesi che nessuno può sottoscrivere ma che tutti hanno nella testa è quella: l’ha uccisa ed è fuggito. “Sia chiaro che noi ci auguriamo di trovarli entrambi vivi”, ripetono gli investigatori.

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