Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:16
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

“Un anno fa stavo per morire in mare, oggi a Parigi voglio diventare ingegnere”: TPI incontra Sheko a 12 mesi dal naufragio

 

Anniversario del salvataggio del migrante Sheko, TPI lo ritrova

Perchè li portate tutti in Italia?”

“Non possiamo mantenerli tutti noi!”

“Vengono qua per rubare!”.

Queste sono solo tre delle tante frasi fatte che si leggono quotidianamente sui social o che si sento al bar. Ed erano state utilizzate anche nei commenti sulle pagine social di TPI lo scorso anno, la notte tre il 1 e il 2 di Agosto la Open Arms, nave umanitaria spagnola, aveva soccorso 87 persone a circa 65 miglia dalla Libia. Scrivevo un diario di bordo e raccontavo il soccorso.

Erano partiti da circa due giorni dal Al Khoms, ad est di Tripoli, a bordo di un gommone di 10 metri, un modello cinese economico completamente inadatto alla navigazione e con un motore da 40 cavalli che si è rotto dopo circa 24 ore.

A bordo di quell’imbarcazione c’erano 87 storie diverse, 87 sogni, 87 vite che ho conosciuto una ad una nei giorni successivi, mentre andavamo al porto assegnato dalla Spagna, Algeciras.

Migranti, sbarchi in Italia: dati alla mano, ecco come stanno davvero le cose

La notte del soccorso ricordo di non aver dormito, un po’ per l’adrenalina che ancora doveva scendere e un po’ perché per i reporter a bordo il lavoro “vero” inizia dopo il soccorso. Mentre scorrevo le foto scattate ho visto gli occhi di un ragazzo, erano impauriti e al tempo stesso mettevano paura.

Fu Riccardo Gatti a dirmi: “Potente questa foto Vale! Arriva diretta”. Gli occhi erano di Sheko, un ragazzo di 15 anni, proveniente dal Sudan e che aveva lasciato la sua adolescenza lungo la strada percorsa fino a quel momento.

Con Sheko siamo diventati amici attraverso gli sguardi, i sorrisi. Non parlava inglese e io non parlo arabo. Ogni tanto ci traducevano e mi facevo raccontare qualcosa.

Grazie ai social siamo rimasti in contatto e poche settimane fa ho deciso di andarlo a trovare a Parigi, dove vive felicemente e finalmente libero.

Non voglio aggiungere altro, è giusto che sia Sheko a raccontare la sua storia.

Il Mediterraneo è sempre più un cimitero perché nessuno vuole ammettere che i migranti partono. Con o senza Ong
*Un ringraziamento a Roberto Fedele per il doppiaggio
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Terremoto L’Aquila, niente risarcimenti per i parenti degli studenti morti: “Condotta incauta”
Cronaca / Reggio Calabria, due feti morti trovati in un armadio: 24enne indagata per duplice infanticidio
Cronaca / Meteo, l’anticiclone africano Caronte arriva sull’Italia: sarà la settimana più calda dell’anno
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Terremoto L’Aquila, niente risarcimenti per i parenti degli studenti morti: “Condotta incauta”
Cronaca / Reggio Calabria, due feti morti trovati in un armadio: 24enne indagata per duplice infanticidio
Cronaca / Meteo, l’anticiclone africano Caronte arriva sull’Italia: sarà la settimana più calda dell’anno
Cronaca / Ferrovie dello Stato, Donnarumma: “Siamo di fronte a sfide importanti per i servizi ai passeggeri”
Cronaca / Meteo, caldo insopportabile sull’Italia: sarà il weekend più torrido dell’anno
Cronaca / Meteo, Italia divisa in due: temporali al Nord, caldo estremo sul resto della Penisola
Cronaca / Ecco il nascondiglio di Giacomo Bozzoli
Cronaca / Nascosto nel cassettone, l'arresto e le lacrime: così è stato trovato Giacomo Bozzoli
Cronaca / Giacomo Bozzoli è stato arrestato: si trovava nella sua villa di Soiano
Cronaca / Meteo, l'anticiclone africano non dà tregua