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Delitto di Garlasco, Andrea Sempio “sconvolto e allibito” per l’accusa di aver ucciso Chiara Poggi: “A suo carico altri elementi oltre al Dna”

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L'amico del fratello della vittima era già stato indagato nel 2017 ma la sua posizione era stata archiviata

Il delitto di Garlasco si riapre dopo 18 anni con un colpo di scena inaspettato: a uccidere Chiara Poggi, secondo la tesi investigativa, non sarebbe stato Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015 e detenuto nel carcere di Bollate da 10 anni, ma bensì Andrea Sempio (qui il suo profilo), amico del fratello della vittima. Il 37enne, all’epoca dei fatti 19enne, è infatti oggi indagato per concorso in omicidio con Alberto Stasi, essendo quest’ultimo l’unico condannato per il delitto, o persona rimasta ignota.

Una notizia che ha “sconvolto e allibito” il diretto interessato secondo quanto dichiarato dai suoi legali, che hanno aggiunto: “È distrutto e ha chiesto addirittura le ferie dal lavoro”. Sempio, che non vive più a Garlasco ma a Vigevano, è tornato al centro della scena dopo la riapertura del caso da parte della procura di Pavia. I magistrati, dopo un’istanza presentata dai legali di Alberto Stasi, hanno ordinato, così come scrive il Corriere della Sera, una nuova consulenza “che ha confermato non solo l’utilizzabilità giudiziaria del Dna ma anche la ‘compatibilità’ con quello di Andrea Sempio”.

Dopo la riapertura formale del caso, Sempio viene raggiunto un avviso di garanzia e convocato in caserma per un tampone salivare al quale, però, lui nega il consenso. Il gip, però, ha ordinato il prelievo coatto al quale l’amico del fratello di Chiara Poggi questa volta non potrà opporsi. Tuttavia, a suo carico, secondo il Corriere, non vi sarebbe solamente il Dna ma anche altri elementi sui quali attualmente c’è riserbo.

Sempio era già stato indagato nel 2016 in seguito a una perizia, presentata dalla difesa di Stasi, secondo la quale il profilo genetico dell’uomo era stato trovato sulle unghie della vittima. Una vicenda, però, che era stata chiusa con l’archiviazione e con l’allora procuratore aggiunto Mario Venditti che aveva sottolineato, come ricorda il Corriere della Sera, la “pretestuosità delle indagini difensive su Sempio, l’assoluta infondatezza del suo coinvolgimento nel caso e la correttezza delle indagini svolte sul delitto”.

All’epoca dei fatti, Andrea Sempio era già stato attenzionato dai carabinieri. Il ragazzo, infatti, aveva effettuato alcune telefonate a casa Poggi pochi giorni prima del delitto. Nulla di strano essendo amico di Marco, il fratello di Chiara, se non fosse che, proprio in quei giorni, Marco Poggi si trovava in vacanza con la sua famiglia. Sempio, inoltre, disse che la mattina in cui venne commesso il delitto si trovava in una libreria di Vigevano, che però quel giorno era chiusa. L’uomo, circa un anno dopo il delitto, venne risentito dagli inquirenti e in quell’occasione mostrò, cosa che non era stata fatta prima, lo scontrino di un parcheggio di Vigevano che arrecava la data del 13 agosto 2007 e il cui orario riportato era quello delle 10.30.

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