Ergastolo al barelliere che uccideva i pazienti per fare soldi insieme ai clan mafiosi
La Corte d’Assise del Tribunale di Catania ha condannato in primo grado all’ergastolo Davide Garofalo, 46 anni, il barelliere accusato di aver ucciso almeno tre persone a bordo dell’ambulanza sulla quale lavorava. La sentenza è stata emanata oggi, giovedì 20 maggio 2021.
Garofalo era accusato di omicidio aggravato ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. La Procura aveva chiesto per lui la condanna a 30 anni. Il verdetto dei giudici è stato ancora più pesante.
Il barelliere – non ha mai ammesso sue responsabilità nelle morti che gli vengono contestate – venne arrestato alla fine del 2017, dopo alcuni servizi televisivi sulle reti Mediaset e gli sviluppi dell’indagine, denominata “l’ambulanza della morte”.
I fatti risalgono al periodo che va tra il 2014 e il 2016. Garofalo è stato condannato per aver ucciso almeno tre pazienti, nel tragitto su ambulanze private dall’ospedale a casa, iniettando aria nelle loro vene per causarne il decesso. L’uomo sostenne che le vittime erano morte per cause naturali.
L’obiettivo – secondo la sentenza di condanna – erano i circa 300 euro che le famiglie dei deceduti pagavano all’agenzia funebre per la vestizione della salma. Soldi che sarebbero poi stati divisi da Garofalo con alcuni clan mafiosi della zona
L’indagine fu avviata nel 2017 sulla base delle dichiarazioni di un pentito al programma televisivo Le Iene. Tra le vittime accertate vi sono una donna e un uomo molto anziani e un 55enne deceduto nel 2015.
Nell’inchiesta sono stati indagati altri due barellieri per altri episodi simili, a cui sono contestati gli stessi reati avvenuti però su altre ambulanze. Le indagini hanno riguardato complessivamente una cinquantina di casi.
Garofalo, che ha scelto di essere giudicato col rito ordinario è stato difeso dall’avvocato Turi Liotta. Il presidente della Corte d’Assise ha condannato il barelliere anche a una provvisionale di 400mila euro, di cui 360mila per i familiari delle vittime e 40mila per le associazioni che si sono costituite parte civile, tra cui l’Asp di Catania e il Comune catanese di Biancavilla. Deve ancora essere giudicato, ma con il rito abbreviato, l’altro imputato Agatino Scalisi, accusato di un solo omicidio.
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