L’epidemiologo Greco (Cts): “Avremo sicuramente altre pandemie, dobbiamo attrezzarci”
“Avremo sicuramente altre pandemie. Ma dobbiamo attrezzarci affinché questa catastrofe sia anche l’ultima”. A dirlo è Donato Greco, epidemiologo famoso in tutto il mondo, consulente dell’Oms e componente del Cts
Intervistato da La Stampa, lo scienziato ha affermato che il mix vaccinale “produce persino più anticorpi, ma è ragionevole consentire a chi lo vuole di fare il richiamo con AstraZeneca dopo aver firmato il consenso informato”. E ha aggiunto: “Sappiamo che rispetto a quelli a Rna messaggero i vaccini a vettore virale implicano dei rischi comunque molto bassi, ma sotto i 60 anni di età superiori a quelli di ammalarsi gravemente di Covid. Questo possiamo dirlo oggi che abbiamo una incidenza di soli 20 casi settimanali ogni 100 mila abitanti. Se avessimo avuto solo AstraZeneca a disposizione non avremmo avuto dubbi a somministrarlo a tutti, ma avendo delle alternative per un principio di massima cautela si è preferito usare quelle”.
Sulle formiture Greco ha appoggiato l’operato del commissario per l’emergenza: “Il generale Figliuolo va fortissimo e sono in corso negoziati a livello europeo per aumentare le forniture. Solo pochi giorni fa la Commissione Ue ha ottenuto 200 milioni in più di dosi Pfizer. Per raggiungere l’immunità di gregge bisognerà sicuramente vaccinare più dell’80 per cento della popolazione. Dobbiamo ridurre il prima possibile la circolazione del virus, che appartiene alla famiglia di quelli a singola elica di Rna, che mutano più facilmente. Quindi occorre vaccinare anche i più giovani che sono i maggiori trasmettitori di contagio, perché più il virus si riproduce più commette errori che generano varianti”.
Infine, sulle varianti l’epidemiologo ha lanciato il suo allarme: “Siamo ancora indietro come numero assoluto di sequenziamenti, che stanno però aumentando di settimana in settimana. Abbiamo comunque fatto progressi inimmaginabili un anno fa. Raggiungere i livelli britannici non si fa in un giorno, servono attrezzature, personale e soprattutto tanta formazione, perché non c’è niente di più facile che inquinare una sequenza genetica molecolare. Si sarebbe potuto fare prima, ma lo stiamo facendo”, ha concluso Greco.