Altra morte sul lavoro a Napoli: operaio di 59 anni perde la vita nel cantiere della metro
Altra morte sul lavoro a Napoli: operaio di 59 anni perde la vita nel cantiere della metro
Un operaio di di 59 anni è morto a seguito di un incidente sul lavoro nel cantiere della linea 1 della Metropolitana di Napoli. A dare la notizia dell’“ennesima morte sul lavoro” è stato Giovanni Passaro, segretario generale della Fillea Cgil di Napoli. La vittima è Luigi Manfuso, dipendente della società Icm per conto di Metropolitana di Napoli, che morto in ospedale per le ferite riportate dopo essere stato ritrovato dai colleghi nel fossato della banchina dei treni, nei pressi della stazione Tribunali, secondo in base alle prime ricostruzioni. Il 59enne nato a Gragnano e residente a Casola, lascia due figli e la moglie.
“Non possiamo chiamarle disgrazie, è urgente rimettere mano alla legislazione nazionale sul lavoro”, ha detto Passaro, chiedendo l’introduzione del reato di “omicidio colposo” negli incidenti mortali sul lavoro e la riapertura di “una stagione contrattuale che recuperi un maggiore potere di controllo e contrattazione sull’organizzazione nei luoghi di lavoro”.
Secondo Passaro, è inoltre necessario “non sottovalutare la propensione delle imprese a ridurre i costi, a risparmiare sulla sicurezza, a spingere fino ai limiti irraggiungibili i ritmi di lavoro”.
“La sempre maggiore ricattabilità della forza lavoro, assieme alle responsabilità delle imprese nel ridurre i costi per la sicurezza stanno alla base di questa micidiale impennata di infortuni mortali”, ha detto.
“È invece urgente intervenire sulle cause che stanno alla base di questi tragici infortuni”, ha affermato, ribadendo che “le solite grida di indignazione e di denuncia” che si sollevano di fronte a ogni morte sul lavoro, non sono sufficienti.
Nei primi sette mesi di quest’anno, le morti sul lavoro in Italia sono state 677, il 30 percento in più rispetto al livello precedente la pandemia. In tutto il 2020 le morti sul lavoro sono aumentate a 799 dalle 705 dell’anno precedente, mentre le denunce per infortunio sono diminuite a 375.238 dalle 415.725 del 2019. Secondo l’Inail, l su 7.486 aziende ispezionate nel corso del 2020, l’86,57 percento è risultato irregolare.