Allarme siccità e emergenza idrica, il Piemonte chiede lo stato di calamità naturale per l’agricoltura
Dalla Lombardia alla Sicilia, passando per Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Puglia e Calabria: la siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in circa 2 miliardi di euro per effetto del calo dei raccolti. È la stima della Coldiretti, che ha fotografato l’emergenza acqua nei campi. Intanto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha inviato a Roma la richiesta di stato di calamità per l’agricoltura.
Ieri il Presidente della Regione Piemonte ha inviato a Roma la richiesta di stato di calamità naturale. Per oggi, venerdì 17 giugno, è atteso un incontro per fare il punto della situazione e riferire lo stato delle cose e le prospettive dell’immediato futuro.
“Ho voluto convocare tutti i soggetti coinvolti, le autorità di gestione, i consorzi irrigui, il mondo dell’agricoltura, per fare il punto sulle conseguenze del perdurare della siccità”, piega Alberto Cirio. “Il Piemonte soffre, fin dalla fine del 2021, di una scarsità del tutto anomala di precipitazioni che per il periodo di fine primavera ed inizio estate non hanno permesso la costituzione delle naturali riserve di acqua, rappresentate in primo luogo dai nevai alpini e dalla ricarica delle falde idriche sotterranee. Stiamo monitorando costantemente questa situazione che nell’ultimo periodo si è ulteriormente aggravata a causa del forte aumento delle temperature medie. A pagarne le conseguenze è innanzitutto la nostra agricoltura per questo abbiamo già trasmesso a Roma la richiesta di stato di calamità a sostegno dei nostri agricoltori”.
In Lombardia la siccità sta già compromettendo parte delle coltivazioni in campo. Le prime stime su orzo e frumento, da confermare a raccolta avvenuta, indicano cali delle rese fino al 30%. Osservati speciali anche il mais e riso che hanno bisogno di acqua per crescere.