Allarme attentato in Italia “in stile Bataclan”: due terroristi ricercati. Fonti investigative: non c’è pericolo attuale
Un dirigente della Polizia ha confermato a TPI che in alcune chat interne alle forze dell'ordine circola una nota riservata sulla minaccia di un possibile attentato in Italia attraverso modalità simili a quelle degli attacchi a Parigi nel novembre 2015: caccia a due sospetti
Allarme attentato in Italia “in stile Bataclan”: due terroristi ricercati
La notizia bomba è questa, verificata e confermata a TPI da un Vice questore della Polizia di Stato: nelle chat interforze degli agenti stanno girando una nota d’allerta terroristica e un’immagine (a corredo di questo articolo e che trovate anche di seguito).
Si tratta di un allarme preventivo volto a sensibilizzare l’attenzione di tutte le forze dell’ordine per un possibile attentato terroristico che avrebbe come bersaglio l’Italia, con dettagli di esecuzione particolareggiati, e la diramazione di una ricerca a tappeto di due presunti terroristi sul territorio italiano. Nella nota si legge, infatti, che questo presunto attentato in Italia potrebbe essere messo in atto con “esecuzione stile teatro ‘Bataclan'” in riferimento agli attacchi che colpirono Parigi il 13 novembre 2015.
Tuttavia, come riportato dall’Ansa, fonti investigative rilevano che la segnalazione “è una delle tante che arrivano ed è stata adeguatamente presa in considerazione ed approfondita”, ma “non sarebbe emerso un pericolo attuale”. La segnalazione sarebbe arrivata da intelligence straniera e faceva riferimento alla progettualità di un attentato che sarebbe dovuto avvenire in un periodo già passato e non in territorio italiano.
L’allerta informativa sta girando almeno dalla notte di ieri, venerdì primo novembre 2019, tra le chat delle forze dell’ordine. A essere attenzionati sono due cittadini albanesi, di cui si conoscono anche nome e cognome. Sono Battar Nabiyula, conosciuto anche come Maximilian Defilade o Bardhyl Hoxha, e Bujar Hysa. Il primo ha 49 anni, il secondo tra i 40 e i 48. La notizia è stata pubblicata per primo dal sito Open.online, poi verificata e confermata da fonti autonome da parte di TPI.
Il Vice questore aggiunto della Polizia di Stato e segretario del sindacato PNFD – Polizia nuova forza democratica – Filippo Bertolami conferma a TPI che in varie chat interforze cui partecipano diversi agenti di polizia stanno girando questa nota di allerta e le foto anche in chiaro, di cui siamo in possesso.
Nella nota si invitano agenti di polizia e militari a “prestare la massima attenzione, adottando ogni sistema di sicurezza e protezione in caso di controllo persone sospette”.
L’ufficio stampa della Questura di Roma, interpellato da TPI, afferma di non essere a conoscenza di questa informazione.
Nota a margine: abbiamo ritenuto doveroso pubblicare questa nota trapelata e questa foto pur sempre “pixelata” a titolo preventivo e informativo, fermo restando che la pubblicazione dell’immagine non è volta a impaurire ma se mai a facilitare la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine.
Esiste un dibattito piuttosto acceso all’interno delle forze dell’ordine italiane (sia Polizia che Carabinieri) sulla opportunità o meno di divulgare informazioni, note, informative d’allerta e immagini tramite chat interne agli agenti e sui social. Se da un lato infatti la pubblicazione di queste note e immagini può facilitare il lavoro delle forze dell’ordine, dall’altro offre la possibilità a chiunque all’interno dei corpi armati di divulgare informazioni scomode o foto che non si vorrebbero far vedere.
È il caso, tra le file dei Carabinieri, della ormai celebre immagine di uno dei due americani che causò la morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega o, nel caso della Polizia, delle foto delle fondine difettose rese pubbliche dagli agenti in servizio (denuncia rivelatasi fatale nel caso della sparatoria a Trieste in cui sono morti due poliziotti). Trend social che il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, vuole assolutamente tacitare.
Hanno collaborato a questo articolo Giulia Angeletti ed Enrico Mingori