Alberto Genovese, il racconto della 18enne: “Ho dei flash di memoria, c’erano manette e sangue”
La ragazza che ha denunciato l'imprenditore è "ancora distrutta e sotto shock" ed è offesa dalle accuse sui social. Era già stata altre due volte a casa del fondatore di Facile.it
“Mai avrei pensato di andare ad una festa e ritrovarmi in un incubo del genere”. La vittima 18enne di Alberto Genovese, l’imprenditore 43enne e fondatore di Facile.it arrestato il 6 novembre per violenza sessuale, lesioni, sequestro, e detenzione e cessione di droga, ha deciso di parlare tramite il suo avvocato Luca Procaccini, che ha riferito le parole della ragazza.
La giovane studentessa e modella racconta di essere ancora “distrutta e sotto shock” per la notte del 10 ottobre, quando, secondo le indagini, è stata sottoposta per diverse ore alle sevizie di Genovese dopo un festino nel suo attico milanese. A due settimane dall’arresto dell’imprenditore la vittima è ancora “confusa” e sta lentamente “prendendo coscienza di quello che è accaduto”, grazie anche a un percorso psicologico con specialisti che ha avviato di recente. “Ho paura di tutto e di tutti”, ha detto la ragazza.
Alberto Genovese, le parole della vittima 18enne che lo ha denunciato
“Sono distrutta, sto patendo le pene dell’inferno”, sono le parole della 18enne riportate dal Corriere della sera. “Stampa, tv e internet parlano di questa storia continuamente. La mia mente fa un passo avanti e uno indietro”. A farla soffrire sono anche le parole di chi, sui social, la accusa di essersi voluta cacciare nei guai da sola.
La giovane era già stata altre due volte alle feste a casa di Genovese: una prima volta a giugno, la seconda a settembre, quando ha incontrato Belén Rodriguez e lo chef Carlo Cracco. “Proprio per la presenza di personaggi famosi non ho mai percepito il rischio di un pericolo”, dice.
La terza volta, tuttavia, la festa era diversa: niente vip, ma una serata esclusiva per una ventina di persone, la maggior parte ragazze molto giovani. La ragazza ha ammesso di aver preso spontaneamente la droga, che girava su dei piatti a disposizione degli invitati, ma che forse era stata mescolata di nascosto con quella dello stupro, che l’aveva stordita.
Delle ore trascorse nella camera da letto di Genovese, la ragazza racconta la “sensazione che ci fossero altri uomini”, le manette e il sangue. Pochi flash dolorosi, che però sono stati registrati dalle telecamere di sorveglianza installate nell’appartamento. Dopo essersi svegliata il giorno dopo, la ragazza è fuggita seminuda e in lacrime in strada, dove è stata soccorsa dalla polizia.
“Non sa fino in fondo cosa le è accaduto, ma ogni volta che sente parlare di sé aggiunge una nuova tessera al mosaico anche se non è in grado di capire se questo sia frutto della sua memoria o di una suggestione dovuta al racconto che fa la stampa”, spiega l’avvocato Procaccini, che ha fatto sapere che la ragazza ha chiesto ai suoi legali di interrompere il contratto con l’agenzia per la quale lavora come modella. Intanto, la difesa di Genovese sostiene che ci sono ancora “sfumature da arricchire e approfondire con i magistrati” sulla notte del 10 ottobre, perché “emerge un quadro un po’ diverso da quello tracciato dalla Procura”.
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