Alberto Genovese, parlano anche altre ragazze. E spunta un collegamento con Villa Inferno
Diverse ragazze sono pronte a raccontare la propria versione sui festini a base di sesso a droga nel superattico vista Duomo di Alberto Genovese, l’imprenditore digitale 43enne arrestato per violenza sessuale, lesioni, sequestro di persona e spaccio dopo la denuncia di una vittima 18enne. Secondo quanto riporta l’agenzia Agi, sono infatti diverse le testimonianze in cui si parla di “droga nei bicchieri” e donne “stordite immediatamente” prima di essere abusate.
Non tutte le feste si svolgevano allo stesso modo. Come ricostruisce il Corriere della Sera, alcune erano solo party di lusso affollati da ragazze anche legate all’agenzia di modelle milanese di cui Genovese detiene una quota. Altre, invece, erano riservate a poche persone, circa una ventina, ed era qui che Genovese raggiungeva l’eccesso. Erano infatti caratterizzate dal pesante consumo di droga e qui l’imprenditore “era solito scegliere le ragazze che poi invitava in camera”.
Per capire chi partecipava alla festa e se ci sono stati altri abusi, gli investigatori della Squadra mobile, guidati da Marco Calì e coordinati dal pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Letizia Mannella, stanno esaminando ore ed ore di filmati delle telecamere di sicurezza installate da Genovese nel suo attico nel centro di Milano.
La Procura vuole anche fare luce anche sull’agenzia di hostess in cui il businessman di origini napoletane aveva una quota minimale. I magistrati interrogheranno tutto l’entourage di Genovese, incluso il bodyguard che per tutta la notte ha impedito a chiunque di avvicinarsi alla stanza dove si stavano consumando le sevizie, impedendo anche alle amiche di avere notizie sulla vittima.
Inoltre, nell’inchiesta spunta un collegamento con l’inchiesta su Villa Inferno di Bologna: una testimone presente alla festa, identificata e sentita a verbale della polizia, è infatti la ragazza che a Bologna, all’epoca dei fatti minorenne e ora anch’essa 18enne,finita in un giro di prostituzione e droga a seguito del quale sono scattate misure cautelari a inizio settembre.
Genovese, negli ultimi 4 anni alle sue feste 13 interventi di polizia
Alberto Genovese, fondatore del sito Facile.it, da cui è uscito nel 2014 per 100 milioni, è stato arrestato lo scorso 7 novembre nell’inchiesta del pm Rosaria Stagnaro coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella. Deve rispondere delle accuse di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e cessione di stupefacenti. Intanto, è emerso che negli ultimi 4 anni la polizia e i carabinieri sono dovuti intervenire per 13 volte nelle abitazioni di Alberto Genovese, a causa delle feste che tenevano svegli i condomini e i vicini di casa.
Una sera, secondo quanto si legge nelle annotazioni degli agenti, l’imprenditore venne trovato “in stato psico-fisico alterato“. Nello stesso periodo a carico di Genovese abitanti e amministratori dei palazzi hanno firmato anche cinque esposti, per i quali l’imprenditore è indagato da settembre 2019. Anche la sera dello stupro della 18enne la polizia intervenne due volte, una delle quali dopo la chiamata del ballerino Roberto Bolle (qui i dettagli). Per il reato di disturbo alla quiete pubblica, il codice penale prevede pochi mesi d’arresto come pena massima e una multa.
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