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Nell’Albergo Etico di Roma le persone con disabilità “coltivano sogni e rinascono dopo i traumi della vita”

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Gianfranco Carocci lavora all'Albergo Etico di Roma e a TPI racconta come in questo piccolo angolo di ospitalità nel cuore della Capitale, persone con disabilità abbiano trovato la spinta per buttarsi nel mondo del lavoro

Albergo Etico di Roma: dove le persone con disabilità possono rinascere

“Nell’Albergo Etico di Roma il lavoro è una palestra di vita. Il fatto di sentirsi parte di una squadra, di poter collaborare con dei compagni, sentirsi utili significa sentirsi più forti”. Gianfranco Carocci lavora nell’Albergo Etico di Roma, una struttura nata con un concept tutto nuovo e che fa del lavoro lo strumento per superare i propri limiti e ripartire con coraggio. L’Albergo è composto da diciotto camere a due passi da piazza del Popolo in un palazzo del Novecento. È il primo nella Capitale dove lo staff è composto anche da persone con disabilità. A TPI Gianfranco ha raccontato come è nata l’idea e come ha preso vita grazie all’impegno di tanti giovani che in questo piccolo luogo di accoglienza hanno trovato la spinta per volare alti.

“L’idea è nata a cavallo tra il 2015 e il 2016. L’immobile dove è stato realizzato il tutto ci è stato consegnato il 3 novembre del 2017. Il 28 dicembre del 2018 abbiamo iniziato l’attività ricettiva. Antonio Pelosi è l’uomo che ha dato vita a tutto questo: dopo un incidente con la moto accaduto 11 anni fa, e l’esperienza del coma, al termine della lunga riabilitazione ha conosciuto una realtà romana dove si rivolgono pazienti per la riabilitazione al Santa Lucia. Pelosi era rimasto colpito dal fatto che ci fosse così grande fermento da parte di tanti ragazzi post-comatosi che cercavano di tornare alla vita. Lui che ci è passato in prima persona e che ha vissuto positivamente l’esperienza di essere stato inserito da subito nel mondo del lavoro, ha capito quanto fosse determinante il lavoro per ritrovare la propria identità”.

“Per Antonio lavorare è stato molto terapeutico. E col tempo in lui è maturata la convinzione che il lavoro potesse essere utile per chiunque altro”, prosegue Gianfranco. “L’indirizzo iniziale del progetto era rivolto solo alle persone post coma. Strada facendo ha conosciuto la bella realtà dell’albergo etico di Asti. Il primo in assoluto in Italia. Da quell’incontro è nata la convinzione che ci si dovesse rivolgere non solo al post coma ma anche al mondo della “sindrome Down”, al mondo della sindrome “x fragile” e a chiunque abbia delle difficoltà motorie e psichiche per cercare di aiutarle in una fase di training on the job”.

Oggi l’Albergo Etico è pieno di volti di giovani ragazzi che si sentono realizzati e pronti a buttarsi nel mondo del lavoro. Giacomo, Valerio, Alan, sono tutti ragazzi con disabilità, ma all’Albergo Etico stanno dispiegando le ali e acquisendo le competenze per giocarsi le carte giuste. “L’Albergo è una scuola di vita. Di autosufficienza. Ci sono persone che hanno terminato il primo ciclo. Ora ne è iniziato un secondo di ulteriore approfondimento. Riteniamo che a breve si possano cominciare a lasciare liberi di volare da soli”, spiega Gianfranco. All’Albergo ci sono persone come Giacomo, 24 anni, che non vede l’ora di prendere il posto di Gianfranco. “Giacomo è sveglio, è svelto, ha la sindrome Down e ha fatto un periodo di formazione ad Asti. Questa formazione lo ha messo nella condizione di essere quasi totalmente autosufficiente”.

“Vedere come Giacomo, Valerio, Alan siano parte attiva nella produttività della parte food, nonostante i loro limiti, dimostra come siano riusciti a mettere a fuoco le loro abilità residue. Tutti noi siamo più portati per una cosa piuttosto che per un’altra” spiega Gianfranco. C’è chi si occupa della pulizia delle stanze, chi della colazione, chi accoglie i clienti all’ingresso”.

Oggi all’Albergo Etico lavorano stabilmente sedici persone, di cui otto ragazzi e ragazze con disabilità, esiti di post coma, sindrome di Down e sindrome di X Fragile, con età e mansioni diverse, che si occupano di pulizia delle camere, facchinaggio e accoglienza. Tutti, divisi tra i piani, le sale e la reception, imparano il mestiere sotto la supervisione del direttore. Tutti in tirocinio assunti con un contratto part-time a tempo determinato “Certo il Coronavirus ci ha assestato un brutto colpo: in questo periodo sono arrivate tante cancellazioni e disdette. Ma non ci arrendiamo!”.

Leggi anche:

1. “Gli autistici non li vogliamo”: albergo cancella la prenotazione di dieci famiglie per Capodanno; 2.“Sono cresciuta senza sapere di essere autistica”: la testimonianza di una donna con la sindrome di Asperger; 3. Caro Beppe Grillo, ti spiego perché “autistico” non è un insulto

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