La Alan Kurdi punta verso Malta. La Ong: “Portiamo a casa il bambino ferito in Libia da un colpo d’arma da fuoco”
Il responsabile della Alan Kurdi: "Sono questi gli uomini da cui l'Italia di Matteo Salvini deve essere protetta. Lui si chiama Djokovic, come il giocatore di tennis. In Libia è stato ferito da un colpo di arma da fuoco. E dovremmo riportarlo lì? Noi adesso lo riportiamo a Malta"
La Alan Kurdi fa rotta verso Malta per salvare il bambino ferito in Libia
La Alan Kurdi punta verso Malta, “Portiamo a casa il bambino ferito” riferisce un responsabile della Ong tedesca Sea Eye.
“Sono questi gli uomini da cui l’Italia di Matteo Salvini deve essere protetta. Lui si chiama Djokovic, come il giocatore di tennis. In Libia è stato ferito da un colpo di arma da fuoco. E dovremmo riportarlo lì? Noi adesso lo riportiamo a Malta”, scrive il 2 agosto su Twitter Gorden Isler, uno dei responsabili della nave Alan Kurdi, della Ong tedesca Sea Eye, che rilancia l’hashtag “#saveLives”, letteralmente: “salvare vite”.
La nave attualmente ha ancora 40 persone a bordo che sono state soccorse il 31 luglio al largo delle coste libiche. Dopo un lungo braccio di ferro con il ministro dell’Interno Salvini, Alan Kurdi ha virato verso Malta. Insieme al piccolo di 4 anni ci sono anche altri 15 minori.
Inizialmente la nave era diretta verso Lampedusa, pur avendo ricevuto l’alt del Ministero dell’Interno.
“Stiamo andando a Lampedusa e spero che troveremo un porto sicuro che definitivamente non è in Libia. La gente soccorsa ci ha detto che prima di tornare in Libia preferirebbero affogare in mare. Non lasceremo che ciò accada” aveva dichiarato il 1 agosto la capomissione Barbara Held.
Poche ore fa la Held si era rivolta a Lampedusa chiedendo un porto sicuro. A bordo infatti si trova anche una donna incinta e ci sono persone che hanno bisogno di assistenza. Ma l’Italia ha risposto picche e ha chiesto alla Ong di dirigere la nave verso Malta.
“Non offriremo a Matteo Salvini un’altra occasione per uno show così indegno. Prendiamo sul serio le nostre responsabilità verso le persone salvate e ora andiamo a Malta. Abbiamo ancora a disposizione il diesel necessario per arrivarci e possiamo quindi prendere questa decisione autonomamente”, ha quindi risposto Isler, annunciando l’intenzione di cambiare rotta.
Come verranno redistribuiti i migranti non è ancora chiaro, ma intanto la Ong si prepara a far sbarcare i migranti sull’Isola.