La nave Alan Kurdi verso Lampedusa, a bordo c’è un bambino ferito
"Non porteremo nessuno in Libia"
Alan Kurdi verso Lampedusa: “A bordo bimbo ferito”
Al momento la nave Alan Kurdi dell’Ong tedesca Sea Eye si trova di fronte a Lampedusa con a bordo le 40 persone salvate in mare mercoledì 31 luglio. Dopo aver informato le autorità libiche del soccorso di un gommone avvenuto nella loro zona Sar, la nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea eye ha ricevuto dalla Guardia costiera libica una mail in cui si indica l’assegnazione di Tripoli come porto sicuro di sbarco. Un offerta rifiutata per “l’insicurezza del porto libico”.
L’Italia, nella tarda serata di giovedì 1 agosto, ha chiesto a Malta di intervenire, anche se la nave è di fronte a Lampedusa e Malta è distante 20 ore di navigazione.
Lo dice Sea Eye in un tweet postando il messaggio inviato dal Centro di coordinamento marittimo della Guardia costiera italiana alle autorità maltesi. “La bizzarra vita quotidiana nel Mediterraneo”, commenta ironicamente la ong tedesca, aggiungendo che “un’insopportabile disputa viene combattuta sulle spalle dei rifugiati”. Nel messaggio la Guardia costiera segnala che la Alan Kurdi si trova in area sar maltese ed invita le autorità dell’isola a “valutare ed agire per ogni possibile caso medico”.
Alan Kurdi, il “no” alla Libia
“Noi obbediremo al diritto internazionale e non riporteremo nessuno in un paese in guerra. La Libia non e’ un porto sicuro”, la risposta della Ong tedesca che ha fatto sapere di aver ricevuto via mail anche la notifica del divieto di ingresso in acque italiane firmato dai ministri Salvini, Toninelli e Trenta cosi’ come previsto dal decreto sicurezza bis.
La Alan Kurdi, che si sta dirigendo a nord, dice di non voler violare il divieto e si appella all’Europa affinchè venga trovata una soluzione negoziata per l’accoglienza dei 40 migranti.
Verso Lampedusa
La nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye si trova a poche miglia da Lampedusa, in attesa di sapere dove potrà sbarcare i 40 migranti soccorsi mercoledì al largo della Libia.
Tra questi, ha reso noto la capo missione Barbara Held, ci sono tre bambini, compreso uno di tre anni con una ferita di 10 cm sulla spalla causata da un’arma da fuoco, e due donne, una delle quali è incinta. A bordo ci sono anche due sopravvissuti al raid aereo che lo scorso 2 luglio ha ucciso almeno 50 persone nel centro di detenzione di Tagiura, a est di Tripoli.
La Held ha sottolineato che molti dei migranti hanno raccontato di “terribili esperienze” in Libia: “Stiamo andando a Lampedusa e spero che troveremo un porto sicuro che certamente non è in Libia”. L’Ong ha infatti ricevuto dalla Guardia costiera libica una mail, che la invitava ad “andare a Tripoli, come porto sicuro” per lo sbarco, un invito rispedito al mittente: “Obbediremo al diritto internazionale e non riporteremo nessuno in un Paese in guerra civile. La Libia non è sicura!”, ha twittato Sea Eye.
Alan Kurdi Libia, il commento di Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini, in un’intervista a SkyTg24, ha detto: “Dal governo tedesco sono arrivati segnali pessimi: mi hanno girato una email che arriva dalla commissione europea in cui c’è un ricatto da parte del governo tedesco che si era impegnato a prendere 30 immigrati della Gregoretti in cui dicono che li prendono se facciamo sbarcare 40 della Alan Kurdi”.
Il salvataggio
La nave Alan Kurdi, della Ong Sea Eye, ha salvato, nella mattinata di mercoledì 31 luglio, 40 migranti, che si trovavano a bordo di un gommone alla deriva nel mar Mediterraneo.
A comunicarlo è stata la stessa Ong sul proprio profilo Twitter.
Secondo quanto riferito, tra i migranti tratti in salvo vi sarebbero anche un neonato, due bambini piccoli e due donne, di cui una incinta.
Subito dopo l’operazione di salvataggio, il portavoce della Sea Eye Gorden Isler aveva dichiarato: “Chiederemo alle autorità competenti di assegnarci un porto sicuro. Geograficamente, Lampedusa è il più vicino”. Invece alla nave è stata proposta la Libia.