Aggredito da un’orsa nel Parco d’Abruzzo, 33enne salvato dal cane: “Ho mandato un audio per dire addio”
Aggredito da un’orsa nel Parco d’Abruzzo, 33enne salvato dal cane: “Ho mandato un audio per dire addio”
Salvato dalla furia di un’orsa grazia al suo cane. Un 33enne del frusinate è stato ferito all’addome e a una gamba dopo un faccia a faccia con un’orsa a Forca d’Acero, nel parco nazionale d’Abruzzo.
“Quando ho visto il sangue uscire dalle ferite alla pancia e alla gamba che, per la brutta caduta a terra, non mi consentiva di correre, ho pensato che avessi i secondi contati”, ha detto Antonio Rabbia al Corriere della Sera. “Così ho preso il telefonino e, appoggiato a un bastone, mentre cercavo di scappare da quel bosco, ho mandato due vocali: uno a mia moglie e l’altro a mio padre. A tutt’e due ho gridato ‘Mi ha aggredito un’orsa: non ce la faccio a tornare. Non ci rivedremo mai più. Ma sappiate che vi ho sempre amato. Addio’”.
L’uomo si è potuto salvare grazie all’arrivo del suo cane che, allertato dalle grida del padrone, ha iniziato ad abbaiare contro l’orsa, che difendeva i suoi due cuccioli. Il 33enne è riuscito così raggiungere la macchina parcheggiata sulla statale, lasciandosi però indietro il suo animale, Biondo. “Una volta al sicuro, sulla strada, ho cominciato a chiamare Biondo. L’ho chiamato dieci, cento volte. Ma non l’ho più visto”, ha raccontato Antonio, che ha poi lanciato un appello su Facebook per ritrovarlo. In suo aiuto è accorsa Melissa che dopo aver letto il suo post ha scritto ad Antonio. “Dopo tre giorni mi ha riportato il mio cane. Ancora impaurito, ma, scodinzolante, mi è saltato addosso, felice, come me, di riabbracciarci”.
Per il 33enne i medici di Cassino hanno stabilito una prognosi di 20 giorni, dopo avergli medicato le ferite, immobilizzato la schiena (si è rotto due costole cadendo nella fuga), e ingessato una gamba, per un trauma distorsivo. Ad accompagnarlo in ospedale sono stati due amici a cui Antonio ha telefonato subito dopo l’aggressione.
Antonio intanto ha deciso di rivolgersi all’avvocato per ottenere un risarcimento dall’Ente parco. “In zona non ci sono né cartelli, né divieti che impediscono l’accesso ai sentieri”, ha detto all’edizione romana del Corriere della Sera il legale Giuseppe Spaziani. “Vogliamo sapere se i 60 orsi presenti nel Parco, tutti animali protetti, sono, o meno, muniti di microchip”.