Il giallo del panino e il chirurgo bocciato al test di medicina: cosa sappiamo finora sulla morte di Agata Margaret Spada
Un panino mangiato prima dell’intervento potrebbe essere stato fatale per Agata Margaret Spada, la 22enne siciliana morta lo scorso 7 novembre a Roma dopo aver ricevuto l’anestesia prima di un intervento di chirurgia estetica al naso.
Dall’autopsia effettuata sul corpo della ragazza non è emersa una certezza granitica circa la causa esatta del decesso. Qualche indicazione più precisa potrebbe arrivare dagli esami tossicologici e istologici, che potrebbero accertare eventuali patologie cardiache o intolleranze alle sostanze utilizzate per l’anestesia.
Ma per i medici che hanno scritto la relazione della Asl sul percorso clinico-assistenziale di Margaret quel che è certo è che la giovane non è stata prontamente e correttamente rianimata. La manovra che forse poteva salvarle la vita non è stata eseguita nei tempi e nei modi dovuti dai medici del centro estetico dove si stava per svolgere l’operazione.
Non solo: all’arrivo della 22enne al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Eugenio, i sanitari si sono subito accorti che molte cose riferite nella cartella che descrive le condizioni della paziente in entrata, in genere redatte in maniera empirica durante il primo soccorso, non coincidevano col reale stato della giovane.
“L’edema cerebrale e l’esame neurologico di Margaret Spada – si legge nella relazione dell’Asl – erano incompatibili con una corretta e pronta rianimazione cardiopolmonare prima dell’intervento del 118”. L’edema viene rilevato dopo avere “eseguita la tomografia computerizzata dell’encefalo e del torace, nonché l’esame neurologico”, scrivono i medici, secondo cui “i dati riportati in anamnesi non erano concordanti con la gravità del quadro clinico”.
La verifica radiodiagnostica prosegue la relazione – documentava anche “una polmonite ab ingestis”: Margaret è stata quindi trasferita in terapia intensiva, ove si effettuava una toilette broncoscopica e la truzione di bronchi secondari e terziari da materiale alimentare”. Una complicazione probabilmente dovuta – il condizionale è d’obbligo – al fatto che Margaret aveva mangiato un panino prima dell’intervento non avendo ricevuto, secondo quando si apprende, indicazioni sul fatto che avrebbe dovuto presentarsi a digiuno.
Sono comunque quattro gli scenari ipotizzati dalla Procura che indaga per omicidio colposo: una cardiopatia asintomatica (ma la ragazza aveva inviato al centro i risultati di un elettrocardiogramma), una reazione allergica, una dose eccessiva di anestetico, del farmaco vasodilatatore a cui veniva combinato o di entrambi.
Intanto, emergono nuovi particolari sul centro estetico teatro della tragedia, struttura che Margaret aveva scelto dopo una ricerca sui social. In un’autocertificazione inviata alla Asl e al Comune di Roma nel 2009, i titolari del centro – Marco Procopio e il figlio Marco Antonio Procopio, entrambi indagati – scrivevano: “Qui si svolgeranno solo visite pre-operatorie e controlli post-intervento”. Sembrerebbe insomma che lo studio non fosse attrezzato per eseguire anche interventi. Nel 2008 il centro era stato oggetto di un provvedimento di chiusura perché sprovvisto di autorizzazione.
La Repubblica, inoltre, scrive che Marco Antonio Procopio, oggi 32enne, nel 2011 aveva fallito il test di medicina, arrivando 6.230esimo su 6.265 candidati al Gemelli di Roma con 13,5 punti su 100. Procopio si laureerà poi in Romania e il titolo di studio verrà validato in Italia.
Il padre, Marco Procopio, si era laureato invece a Padova, con abilitazione a Verona e specializzazione in chirurgia plastica all’Università Cattolica di Rio de Janeiro in Brasile. [Chi sono i due medici indagati per la morte di Agata Margaret Spada].