All’aeroporto di Fiumicino una Newton Room permanente dedicata alla formazione nelle discipline scientifiche
Fornire un utile strumento di formazione, tramite un approccio di tipo innovativo e interattivo. È questo l’obiettivo a cui contribuisce Aeroporti di Roma, la società del Gruppo Mundys che gestisce gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, e che lo scorso 28 maggio, ha aperto nell’area arrivi del Terminal 1 del Leonardo da Vinci, una Newton Room, aula esperienziale dedicata alla formazione nell’ambito delle materie STEM (Science, Technologies, Engineering and Mathematics) connesse al mondo del trasporto aereo e rivolta a giovani studentesse e studenti del territorio.
Questo spazio, inaugurato in collaborazione con l’azienda aeronautica statunitense Boeing e la Onlus norvegese FIRST Scandinavia, è la prima Newton Room permanente in Italia, nonché la prima installata all’interno di uno spazio aeroportuale. Un’iniziativa di responsabilità sociale che rientra appieno nella visione portata avanti da ADR incentrata su sostenibilità e innovazione.
“Shaping the future through great learning experience” il motto del progetto Newton, concepito dalla fondazione non-profit norvegese FIRST Scandinavia nel 2003 e sposato appieno da Aeroporti di Roma, la quale ha deciso di aderire all’iniziativa per offrire una piattaforma inclusiva che favorisca la crescita, sia professionale che personale, anche grazie all’utilizzo di strumentazioni tecnologiche come i simulatori di volo.
Al momento il target di riferimento è quello di studenti di terza media e primo liceo. A partire da ottobre gli utenti hanno iniziato a usufruire della Newton Room, uno spazio che si estende per circa 230 mq totali, partecipando a titolo gratuito ai corsi organizzati al suo interno. Le lezioni, due a settimana e della durata di circa tre ore, sono tenute da docenti selezionati da ADR, a loro volta affiancati da personale della società nella veste di istruttori di volo.
Gli studenti che utilizzano la Newton Room si cimentano con il modulo «Up in the Air with Numbers», nel cui ambito sono inizialmente introdotti i concetti di tempo, distanza e velocità, oltre che il calcolo delle miglia nautiche e i nodi, tramite l’uso di formule matematiche.
In un secondo momento, è invece prevista la divisione degli studenti in squadre, con l’obiettivo di creare un proprio piano di volo come dei veri piloti, tenendo conto appunto dei concetti precedentemente appresi, e del calcolo del consumo di carburante.
Infine, gli allievi accedono in coppia ai simulatori di volo, fedeli riproduzioni di una vera cabina di pilotaggio, e, con l’aiuto degli istruttori ADR, partono in missione per il loro primo salvataggio aereo. Sinora sono stati oltre 300 gli studenti coinvolti nel progetto e i prossimi appuntamenti sono stati già tutti prenotati. A prendere parte fino ad ora istituti del Comune di Fiumicino, tra cui, il G.B. Grassi, il Porto Romano, il Liceo Labriola, l’Istituto Comprensivo Lido del Faro, e del Comune di Roma, come il Liceo Statale Classico e Scientifico Democrito. Una preziosa opportunità per acquisire nuove competenze sfruttando le grandi risorse, tecniche e imprenditoriali, presenti sul territorio.
“Il progetto della Newton Room si inserisce tra le iniziative cardine del nostro impegno etico e sociale, con un’attenzione particolare verso le comunità locali – ha commentato Veronica Pamio, Senior Vice President External Affairs, Sustainability & Destination Management di ADR. L’obiettivo primario è promuovere la formazione nelle discipline STEM applicate al settore aeronautico, rivolgendosi agli studenti e alle studentesse del territorio e, in prospettiva, auspicabilmente espandendo l’iniziativa su scala nazionale.
Siamo fermamente convinti che il coinvolgimento delle scuole rappresenti anche un’opportunità per garantire una partecipazione inclusiva ed equa, con un forte accento sulla presenza femminile. Questo è particolarmente significativo, considerando che in Italia e nel mondo esistono ancora barriere culturali da superare affinché le giovani possano riconoscere che non vi sono ambiti preclusi o limiti al pieno sviluppo delle proprie capacità e competenze.
Il nostro auspicio è che il progetto contribuisca a consolidare la percezione che avere figure femminili di eccellenza in ambito scientifico non debba essere visto come un’eccezione, ma come la normalità”.