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Coronavirus, parla la figlia del 78enne morto a Vo’: “Era mio padre, non un numero”

Immagine di copertina
Adriano Trevisan con sua figlia Linda

“È diventato una cifra. Vittima numero uno del coronavirus. Poi ci sono stati il due, il tre, il quattro… e hanno detto: ‘però era vecchio’, come se la sua età dovesse attenuare il dolore che provo, come se la sua scomparsa fosse meno importante”.

A parlare, in un’intervista rilasciata a Repubblica, è Linda Trevisan, figlia di Adriano, il 78enne di Vo’ (provincia di Padova) morto venerdì 21 febbraio all’età di 78 anni dopo aver contratto il coronavirus.

 

 

L’uomo soffriva già di altre patologie, “era cardiopatico e debilitato”, come riferisce la figlia. “Il mio vero rammarico – spiega Linda – è che il nostro medico di base, quando ha cominciato a sentirsi male, non sia voluto salire a Vò per visitarlo. Sosteneva fosse una banale influenza”.

“Stava male già giovedì 13, aveva la febbre e problemi a respirare. Chiamo il dottore, gli riferisco le sue condizioni, ma appunto lui non viene ad auscultargli i polmoni. La domenica, il giorno del suo compleanno, l’abbiamo fatto ricoverare a Schiavonia”.

“La dottoressa che seguiva il caso – prosegue Linda – ci diceva di non poter fare il test per il virus perché il protocollo non lo prevedeva per pazienti che non erano tornati dalla Cina, o non avevano avuto contatti con soggetti a rischio. E chi poteva immaginare che Vò era diventato un focolaio?”.

Quanto a suo padre, Linda Trevisan lo ricorda così: “Nessuno in paese lo chiamava Adriano, per tutti era “il moro” per via della sua carnagione scura. Quand’era giovane ha fondato con 4 amici una ditta edile con decine di dipendenti, ha costruito mezza provincia di Padova. Appassionato di musica lirica, andava all’Arena di Verona a vedere i concerti”.

Le convinzioni politiche dividevano padre e figlia: Adriano era “Comunista fino all’osso! Io la penso in modo totalmente opposto e infatti facevamo certe discussioni a tavola.Poi però arrivava Nicole, mia figlia che ora ha 13 anni, e lui si perdeva. La chiamava eapiccoa , in dialetto veneto”.

Linda, risultata anche lei positiva al test, al momento sta bene: “Non ho febbre né tosse. Sto con mia madre, abbiamo i nostri piccoli riti per passare il tempo, come il tè delle 16. Ma mi manca Nicole, che è a casa di mio fratello, e non posso lavorare. Posso solo aspettare”.

Adriano però, è questo il messaggio che la donna vuole lanciare, “non è un numero, non è la prima vittima italiana del Coronavirus, non è un nome e un cognome sul giornale. Adriano Trevisan è mio papà. È il marito di mia madre Linda. È il nonno di Nicole e di Leonardo”.

 

 

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