Acqua alta a Venezia, Vigili del Fuoco a TPI: “Cittadini arrabbiati per il maledetto Mose mai finito”
Con Claudio Berton, capo reparto dei Vigili del Fuoco di Venezia, abbiamo ricostruito la situazione a Venezia dove l'acqua alta ha raggiunto il picco di marea di 187 centimetri
Acqua alta a Venezia, Vigili del Fuoco: “Rabbia per il Mose mai finito”
A Venezia i Vigili del Fuoco sono in azione: “Soltanto nella giornata di ieri abbiamo ricevuto più di un migliaio di richieste di intervento. Sono le più varie: c’è gente che ha paura e con l’allarme delle sirene cercava rassicurazioni ma la gran parte delle richieste arrivava proprio per l’emergenza. Gli anziani sono in difficoltà”.
A parlare è Claudio Berton, capo reparto dei Vigili del Fuoco di Venezia. Con Berton abbiamo ricostruito la situazione a Venezia dove l’acqua alta ha raggiunto il picco di marea di 187 centimetri.
Ma l’emergenza non è ancora finita: anche nella giornata di oggi, mercoledì 13 novembre 2019, la città è stata colpita da una nuova marea che ha toccato i 144 centimetri.
Il comune veneto, dunque, deve fronteggiare una nuova emergenza, mentre non è ancora iniziata la conta dei danni della mareggiata record che ha colpito la città nella giornata di ieri, martedì 12 novembre.
“La gente si trova a dover andare in giro a Venezia camminando nell’acqua. Tanti sono i negozi in difficoltà, certo è una situazione di eccezionalità, nonostante la popolazione sia abituata all’acqua alta, non si aspettava una situazione simile, la città non è stata in grado di dare risposte precise, di lanciare gli allarmi nel modo giusto e di diffondere le informazioni adeguatamente”, spiega Berton.
“A Venezia non ci sono solo i turisti, la maggior parte dei cittadini sono persone anziane, costrette a fronteggiare un’emergenza simile, dove ogni problema assume un impatto maggiore”.
La situazione è critica ed è ancora presto per fare una stima dei danni, spiega giustamente il capo reparto dei Vigili del Fuoco. Quello che è certo è che raramente i veneziani si sono ritrovati in tale difficoltà e i cittadini sono spaventati e arrabbiati per la lentezza con cui arrivano le risposte.
“Gli interventi critici sono stati soprattutto per le barche, il vento forte oltre i 100 chilometri orari e le onde che hanno portato l’acqua ovunque. Un mix devastante che ha messo in crisi anche il sistema di soccorso”.
I Vigili del Fuoco hanno dovuto non solo rassicurare i tanti cittadini impauriti, ma anche fronteggiare la rabbia che in questo momento critica serpeggia tra i veneziani che da anni aspettano la realizzazione del Mose, la grande incompiuta.
Il Mose (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) è una complessa opera ingegneristica che separa la laguna di Venezia dal mare Adriatico. L’opera è stata pensata negli anni Ottanta per difendere Venezia e la sua laguna dall’acqua alta superiore ai 110 centimetri. Una volta ultimato, dovrebbe essere composto complessivamente da 78 paratoie mobili installate nelle tre bocche di porto lagunari: Lido, Malamocco e Chioggia.
I lavori per la sua realizzazione sono cominciati nel 2003. Nel 2014, il Consorzio Venezia Nuova (Cvn) – concessionario del ministero delle Infrastrutture per la realizzazione dei lavori – è stato commissariato dallo Stato, visto che vari suoi membri erano stati coinvolti dalle indagini della magistratura per aver ricevuto fondi illeciti e avevano patteggiato la pena. Da allora si sono succeduti diversi commissari.
“Tanti cittadini sono arrabbiati per il maledetto Mose mai finito”, spiega infatti Berton. “Oltre la paura, c’è la frustrazione per non essere riusciti a dare una sicurezza ai cittadini”.
Una delle situazioni più critiche si registra sull’isola di Pellestrina, che è stata completamente sommersa dall’acqua. Qui, inoltre, si registrano le uniche 2 vittime dell’ondata di maltempo che ha colpito la laguna.
Secondo una prima ricostruzione le vittime sono un uomo di 78 anni, morto fulminato a causa di un corto circuito provocato dall’acqua che è entrata nella sua abitazione, e un secondo abitante dell’isola, deceduto probabilmente per cause naturali.
“Noi Vigili del Fuoco, in questo frangente, ci aspettavamo un raddoppiamento dell’organico che non c’è stato, nonostante ci sia stata subito grande attivazione da parte della protezione civile e degli abitanti, abbiamo visto una città in confusione. Bisogna anche spiegare che è non è stato sempre semplice raggiungere i luoghi per gli interventi, dato anche l’impossibilità di percorrere alcuni piccoli canali con le imbarcazioni. La via preferenziale resta in Canal Grande, da lì ci siamo mossi per raggiungere i vari punti della città. Sarebbe stato utile un incremento del personale immediato. La città è divisa tra una super attività e una carenza effettiva di informazioni e mezzi”, conclude Berton.