Acqua alta a Venezia, si alza il Mose e la città resta all’asciutto
Acqua alta a Venezia, si alza il Mose: oggi il test decisivo
Giornata importante per Venezia. Con l’applicazione dell’Ordinanza della Capitaneria di porto, che avvia l’interdizione alla navigazione e all’ingresso delle barche, ha preso il via oggi – 3 ottobre 2020 – “l’operazione Mose”. Le barriere sono emerse dall’acqua per la prima volta per proteggere Venezia dall’alta marea e tutto è andato per il verso giusto. Piazza San Marco è sino ad ora all’asciutto: l’entrata in funzione del Mose ha permesso per ora al ‘salotto buono’ della città di evitare il fenomeno dell’acqua alta. “La Basilica è asciutta, asciutta. È la prima volta ed è un dato importantissimo”, ha detto all’ANSA il Primo Procuratore di San Marco a Venezia, Carlo Alberto Tesserin. “Abbiamo azionato – ha aggiunto – le pompe per evitare le infiltrazioni che arrivano da sotto nel nartece, e hanno funzionato in sicurezza. A 90 centimetri di marea avremmo dovuto affrontare l’acqua che arriva dalla piazza, ma non è arrivata perché esclusa dal Mose”, ha concluso. Il Mose è chiuso, e dentro la Laguna di Venezia la marea non sta crescendo. Alle ore 10.00 sono stati misurati alla Diga Sud del Lido 119 centimetri, a Punta Salute, dove si registra il ‘medio mare’ 69. “Il test è andato bene”, ha detto all’ANSA il Provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone.
Le parole del Provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone
“Ci siamo – ha detto – io andrò lì (alla bocca di porto) verso le 9 per seguire da vicino quanto accade. Pur trattandosi di un test funzionale, il più prezioso per l’acquisizione dei dati che servono per la messa a punto del sistema – ha aggiunto Zincone – è chiaro che questo evento rappresenta un giorno importante per la città, che comunque si ritroverà libera dalle acque alte grazie al Mose per la prima volta”. Zincone ha poi ammesso di “non poter nascondere, in questo senso, una certa emozione, anche se consapevole dello scopo primario di verifica” dell’operazione. Quello di oggi sarà un test importantissimo per il Mose: dopo il test di un mese fa e quello di luglio, si tratterà della prima prova con l’acqua alta. Le procedure propedeutiche alle operazioni di sollevamento delle barriere sono già in corso, dopo che il Centro maree del Comune di Venezia ha confermato la previsione di un picco di acqua alta di 130 centimetri sul medio mare per oggi intorno alle ore 12.
Come funziona il sistema di dighe mobili del Mose
In pratica la barriera si compone di paratie mobili appoggiate sul fondo delle bocche di porto, che si alzano con l’alta marea. Le dighe sono indipendenti l’una dall’altra, si può quindi decidere se chiudere contemporaneamente tutte e tre le bocche di porto o chiuderne solo alcune (e solo parzialmente), a seconda dei venti, della pressione o dell’entità della marea prevista.
Quando la marea è in condizioni normali, le paratoie mobili rimangono adagiate nei loro alloggiamenti e sono piene d’acqua. Nel caso in cui si attende un’alta marea le dighe vengono svuotate dall’acqua mediante l’aria compressa che le fa sollevare fino ad emergere. In questo modo le dighe possono bloccare la marea che entra in laguna.
Quando la marea cala, le paratoie si riempiono di nuovo d’acqua e rientrano negli alloggiamenti. Le dighe mobili impiegano circa 30 minuti per sollevarsi e 15 minuti per riabbassarsi. In media le bocche di porto possono rimanere chiuse per 4 o 5 ore. Per far sì che non venga interrotta l’attività del Porto di Venezia anche quando le barriere mobili saranno in funzione, alla bocca di porto di Malamocco viene realizzata una conca di navigazione per il passaggio delle grandi navi mentre alle bocche di Lido e a Chioggia saranno in funzione conche di navigazione più piccole per il transito dei mezzi di soccorso, pescherecci e imbarcazioni da diporto. Le paratoie entreranno in funzione per maree superiori a 110 cm, ma si potrà decidere di volta in volta quando farle attivare.
I costi della grande opera
Il costo complessivo del Mose di Venezia, secondo le previsioni contenute nel Bilancio 2018 del Consorzio Venezia Nuova, è stato calcolato in 5.493 milioni di euro, stanziati in 15 anni, dal primo mattone del 2003 al 2018. I residui finanziamenti programmati dal Governo ammontano a 221 milioni, dal 2017 fino al 2024, ossia per altri tre anni dopo la chiusura dei cantieri. I costi si sono progressivamente alzati, man mano che subentravano ritardi nei lavori e nuovi impedimenti di varia natura.