Abusi sessuali, il cardinale Marx si dimette e scrive al Papa: “La Chiesa è a un punto morto”
Il cardinale tedesco Reinhard Marx ha chiesto a Papa Francesco di essere sollevato dall’incarico, mettendosi a disposizione del Pontefice, affermando che la Chiesa cattolica è “a un punto morto” a seguito della “catastrofe degli abusi sessuali”. “In sostanza, per me si tratta di condividere la responsabilità per la catastrofe degli abusi sessuali da parte degli esponenti della Chiesa nei decenni scorsi”, ha scritto il cardinale in una lettera al Papa.
Marx ha inoltre detto che le inchieste e i rapporti degli esperti degli ultimi 10 anni hanno mostrato in modo consistente che vi sono stati “molti errori personali ed amministrativi” ma anche “errori sistemici ed istituzionali”.
Il cardinale Marx ha offerto le dimissioni da arcivescovo di Monaco e Frisinga, incarico a cui era stato nominato nel 2007 da Papa Benedetto XVI, in una lettera datata 21 maggio. Secondo quanto ha reso noto oggi l’arcidiocesi, il cardinale, che a settembre compirà 68 anni, ha chiesto al Papa di “accettare le sue dimissioni” e di “decidere” sul suo futuro.
Nella lettera il cardinale afferma che la chiesa cattolica è arrivata ad “un punto morto” e che la sua rinuncia all’incarico potrebbe servire come segnale per dare un nuovo inizio, un nuovo impulso. “Voglio mostrare che non è l’incarico la cosa che è in primo piano, ma la missione evangelica”, ha scritto ancora.
“Sono disposto ad assumermi la responsabilità personale non solo per i miei errori, ma per quelle dell’istituzione della chiesa che ho aiutato a modellare e formare nel corso di decenni”, conclude il prelato che è stato presidente della conferenza episcopale tedesca fino al 2020.
Le dimissioni di Marx arrivano poco dopo una riforma proprio sugli abusi voluta dal Papa. Per volere di Francesco, infatti, l’abuso di minori è stato inquadrato come crimine contro la dignità della persona. Il Pontefice ha cambiato il Diritto penale vaticano. Con la costituzione apostolica “Pascite Gregem Dei”, ha nei giorni scorsi riformato il libro VI del Codice di Diritto canonico che riguarda la disciplina penale e la sua osservanza. La riforma, ha sottolineato Francesco, risponde a una “concreta ed irrinunciabile esigenza di carità non solo nei confronti della Chiesa, della comunità cristiana e delle eventuali vittime, ma anche nei confronti di chi ha commesso un delitto, che ha bisogno all’un tempo della misericordia che della correzione da parte della Chiesa”.