Diffonde foto porno dell’ex fidanzata e crea falsi profili sui social: “Disponibile ad incontri sessuali”
Un uomo di 41 anni è stato arrestato con l’accusa di revenge porn a Patti, in provincia di Messina. L’uomo, dopo la separazione dalla compagna, aveva iniziato a diffondere foto e video sessualmente espliciti della ex e aveva creato falsi profili riconducibili alla donna sui più noti social network “facendola apparire disponibile ad incontri sessuali con sconosciuti e attribuendole relazioni con uomini sposati”, scrivono i carabinieri.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti ha emesso anche un’ordinanza di custodia cautelale nei confronti del 41enne che è gravemente indiziato dei reati di atti persecutori aggravati, diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, diffamazione aggravata, violenza privata e molestie, ai danni di una donna. Dopo la richiesta di aiuto da parte della vittima, è stato possibile identificare l’uomo e fermarlo.
I carabinieri hanno accertato che l’indagato, in più circostanze, previ avvisi telefonici alla donna e ai familiari di questa, “divulgava sulla rete internet e su varie piattaforme telematiche immagini che la ritraevano in atteggiamenti intimi a contenuto sessualmente esplicito, senza il consenso della vittima. L’uomo, inoltre, sui più noti social network creava falsi profili riconducibili alla donna, facendola apparire disponibile ad incontri sessuali con sconosciuti e attribuendole relazioni con uomini sposati. Tali condotte reiterate nel tempo hanno ingenerato nella vittima un perdurante stato di ansia, di timore e prostrazione morale”.
Revenge Porn in Italia
La legge 19 luglio 2019 n. 69, all’articolo 10 ha introdotto anche in Italia il reato di revenge porn, con la denominazione di diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti. L’articolo 612 ter del codice penale rubricato “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (revenge porn)”.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5.000 a 15.000 euro.
La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento.
La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici.
La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.
Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale. Si procederà tuttavia d’ufficio nei casi di cui al quarto comma, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio.