Tutte le regole per un Curriculum Vitae efficace
Se si è alla ricerca di un lavoro, Il Curriculum Vitae rappresenta il biglietto da visita di un candidato, in grado di comunicare ai recruiter la propria identità, la storia personale, il carattere e in taluni casi anche la propria spiccata inclinazione creativa. Per questo motivo, oggi più che mai, essere in possesso di un Curriculum Vitae curato e adatto a qualsiasi tipologia di collocamento è di fondamentale importanza.
Esistono ormai tantissime applicazioni e portali sul web che consentono di realizzare il proprio Curriculum Vitae in pochissimi minuti. Queste piattaforme permettono, inoltre, di scegliere tantissimi template e font particolari, in modo da personalizzare il proprio documento con minuziosi dettagli che faranno certamente la differenza.
Secondo CVMaker, un portale specializzato nella realizzazione di curriculum vitae altamente professionali, per avere più probabilità di intercettare una posizione di lavoro è consigliabile avere a disposizione più di un portfolio. Questo rappresenta l’ideale perché consente di scegliere di volta in volta quale CV utilizzare in base all’azienda con cui si sceglie di interfacciarsi.
Una buona idea è senza dubbio quella di preparare almeno una versione del documento in inglese, dal momento che oggi molte aziende richiedono una buona conoscenza della lingua straniera. Talvolta può essere difficile stabilire quali informazioni inserire e quali omettere all’interno del proprio portfolio.
Indicare quali sono le proprie passioni potrebbe sembrare superfluo per alcuni recruiter, mentre altri potrebbero trovare la cosa particolarmente suggestiva; aggiungere la propria data di nascita e i contatti social, allo stesso modo, può essere utile per alcune aziende, o poco rilevante per altre. Vediamo, quindi, quali sono i principali suggerimenti forniti dagli addetti alle assunzioni per realizzare il Curriculum Vitae perfetto per ogni situazione.
Quanti curriculum preparare?
Non esiste un numero ideale di curriculum di cui dotarsi. Molto dipende dalla storia del candidato che lo compila, e moltissimo anche dall’azienda per cui si propone. Una delle principali accortezze necessarie è quella di avere sempre pronta una copia del vostro CV in lingua inglese. Se ad esempio, siete esperti acrobati o avete la passione per il cinema, potrebbe non essere il caso di trasmettere questi dettagli ad un’azienda di programmazione o a un’agenzia che propone una posizione da cassiere.
Pur rischiando di apparire eccessivamente semplicistici, diciamo che sarebbe buona norma dotarsi di almeno due CV: uno programmatico e un altro creativo. Nel primo vi basterà elencare i vostri dati anagrafici, l’esperienze lavorative, le capacità tecniche e i titoli di studio acquisiti. Con il secondo potrete spaziare inserendo i vostri hobby, le qualità che vi contraddistinguono, arricchendo il portfolio con simpatici e accattivanti template creativi.
Quali dati inserire?
Come già accennato, in base alla tipologia di azienda con cui ci si interfaccia, potrebbe essere necessario trasmettere informazioni differenti. Tuttavia esistono dati che non possono assolutamente mancare all’interno di un Curriculum Vitae, sia che si tratti di un documento programmatico che di un portfolio creativo.
I dati anagrafici sono, indubbiamente, le fondamentali informazioni che è necessario inserire all’interno del proprio biglietto da visita. Queste vengono generalmente inserite sulla parte alta del documento, dal momento che si tratta dei primi dati a venire letti dai recruiter professionisti. Nome, cognome, data di nascita e indirizzo di residenza sono informazioni che devono essere presenti e ben visibili all’interno del Curriculum Vitae.
A queste si aggiungono, inoltre, i propri contatti telefonici e i profili social di riferimento. In particolare, è consigliato trasmettere la propria pagina personale di Linkedin. Affianco ai dati anagrafici viene, generalmente, inserita una fotografia del candidato.
Pur paradossale che sia, questa potrebbe anche essere evitata, dal momento che non influisce in maniera significativa sulla scelta dei recruiter. Specialmente se la vostra foto è sgranata, inadeguata al contesto o se si tratta della foto della vostra laurea, allora potrebbe essere preferibile non inserirla all’interno del vostro portfolio.
Esperienze lavorative e accademiche:
Passiamo adesso ad un altro interrogativo che gli aspiranti lavoratori alle prime armi si pongono piuttosto frequentemente: è necessario inserire tutte le esperienze lavorative e accademiche che hanno fatto parte del nostro percorso? Assolutamente sì, per quanto anche in questo caso sia necessario effettuare le dovute scremature dettate dal caso.
Generalmente tutte le esperienze lavorative pregresse ci formano come individui e rappresentano preziose opportunità di crescita che è sempre bene mettere in rilievo. Se, tuttavia, ci stiamo presentando per coprire una posizione da consulente bancario, potrebbe non essere opportuno presentare tra le esperienze lavorative quelle meno aderenti al settore interessato.
Per quanto riguarda le esperienze di studio, anche in questo caso è fondamentale arricchire il proprio portfolio con tutte le opportunità accademiche opportune. Un suggerimento prezioso è quello di evitare di comunicare le date in cui tali esperienze si sono svolte, specialmente nel caso in cui il percorso di studi ha subito rallentamento o è stato concluso in ritardo.
In fase di colloquio, eventualmente, sarà sempre possibile chiarire con il recruiter le motivazioni che hanno causato tali ritardi e rallentamenti. Omettere questo tipo di informazioni non è giudicata negativamente dagli addetti alle assunzioni, questi anzi nella maggior parte dei casi tendono ad interessarsi principalmente al titolo acquisito, piuttosto che a tutti gli altri dettagli collegati.
Cover letter: sì o no?
Un ultimo aspetto che può essere opportuno chiarire agli aspiranti lavoratori riguarda il ruolo della cover letter, ossia la lettera di presentazione che accompagna il nostro curriculum vitae.
Si tratta, generalmente, di un elemento che dona maggiore rilievo alla nostra candidatura e che può contenere alcune righe che comunicano ai recruiter le nostre ambizioni, il desiderio che ci ha spinto a contattare quella determinata azienda e, perché no, anche la nostra peculiare proprietà di linguaggio.
Nella maggior parte dei casi fornire una cover letter aiuta molto, perché consente ai recruiter di conoscerci meglio ed entrare in empatia. Si tratta, insomma, di una carta che vale la pena di giocare per una posizione di lavoro che ci interessa particolarmente. Del resto potrebbe rappresentare anche il medium ideale per metterci realmente in gioco e presentare un aspetto del nostro carattere che non emerge, per forza di cose, dal curriculum vitae compilato.